Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
VOTO 10/10 Opera d'arte dal valore assoluto, probabilmente uno dei 10 più grandi film della storia del cinema. Girato quando il cinema muto stava per concludere la sua parabola, è un film a suo modo sperimentale che si serve quasi esclusivamente di primi e primissimi piani, conferendo al volto umano il valore di specchio dell'anima (e infatti, non a caso il grande critico francese Andrè Bazin dirà che questo film "è attraversato dagli ultrasuoni dell'anima"). Le scenografie sono austeramente stilizzate, il processo e la morte sul rogo sono condensati in una sola giornata: Dreyer non pretende di darci una versione che sia l'esatta riproduzione filmata dei fatti accaduti (da questo punto di vista si avvicinerà maggiormente Jacques Rivette), anche perchè l'attrice protagonista ha quasi il doppio dell'età della vera Giovanna d'Arco. Tuttavia, nel suo assillo di creare un gigantesco e rivoluzionario affresco vivente, Dreyer si sforza di cogliere le espressioni in apparenza più insignificanti sul volto degli attori ripresi con crudezza nella fotografia di Rudolph Matè, rinuncia a qualsiasi truccatura per gli interpreti e porta la Falconetti a una dolorosa identificazione col personaggio (la sua interpretazione merita le lodi più elevate, anche per lo stress fisico e mentale a cui l'attrice dovette sottoporsi). Nessuna delle versioni cinematografiche successive della vita della santa è riuscita a raggiungere l'intensità emotiva e la forza spirituale di questo capolavoro. Memorabile il finale con un uso geniale del montaggio alternato che ci mostra la santa che brucia e il popolo che si ribella in suo nome. Io sono riuscito a vederlo nella versione di circa 85 minuti, ma sembra che ne esista anche una più lunga, che è stata ritrovata dopo molti anni.
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