Regia di Carlo Carlei vedi scheda film
Romeo e Giulietta è una storia di giovani contro vecchi: il sentimento assoluto si sposa al ribellismo adolescenziale, la tragedia ribalta le regole avvizzite di una società in decadenza, l’iconografia romantica di amore & morte tocca una vetta inarrivabile dopo le svolte fatali di un plot infallibile. Carlo Carlei e la produzione di quest’ennesima versione cinematografica del capolavoro shakespeariano non devono avere, però, una grande stima dei giovani, se per ripropinarci la love story più frequentata di sempre (e con la motivazione ufficiale di far conoscere il testo ai ragazzi) sentono il dovere di offrirci un Romeo super model con camiciola spalancata sui pettorali e di modificare le liriche del Bardo quel tanto che basta ad aggirare la tentazione del dizionario. Se il ballo in maschera sembra una festa a tema di Gossip Girl, se i protagonisti tengono costantemente la bocca semi aperta e l’aria sognante, se i mortali duelli all’arma bianca sfondano ripetutamente il ridicolo, può succedere che i grandi interpreti (da Paul Giamatti/frate Lorenzo a Stellan Skarsgård/principe di Verona, passando per Lesley Manville/balia) finiscano per fare la figura di quelli fuori posto. Così come l’ambientazione, tutta italiana (Verona e Mantova, ma anche Subiaco nel Lazio e Cinecittà): per quanto le nostre storiche strade possano corrispondere a quelle indicate sulla carta, l’effetto è quello di una parata rievocativa. Posticcia e smorta.
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