Regia di Gore Verbinski vedi scheda film
Sono rimasto molto soddisfatto dalla visione di questo film, che temevo - visto il marchio "Disney" - essere un prodotto d'intrattenimento discreto ma privo di contenuti. In merito al primo aspetto, non c'è da lamentarsi. Necessariamente irreali ma altamente coreografiche le scene di azione; bellissimi e variegati paesaggi del West, dal classico villaggio di frontiera, al deserto, passando per ambienti montani; ben allestiti i costumi - a me è piaciuto in particolar modo quello della ex-ballerina; recitazioni nella media, con un Johnny Deep sempre molto espressivo, ma più discreto, maturo; bellissima e vivace colonna sonora, che spazia da sonorità alla Ennio Morricone al Guglielmo Tell di Rossini. In merito ai contenuti, poi, c'è parecchia carne al fuoco. I molti personaggi sono protagonisti di vicende che s'intrecciano nel più ampio filo conduttore del film. Innanzitutto la storia sentimentale: una specie di triangolo amoroso tra due uomini ed una donna dal quale esce un figlio del quale non è chiaro chi sia il padre. Poi l'aspetto sociale della vicenda: la resistenza (futile, come apprendiamo dalla conoscenza storica e come è ribadito dalla regia, che pone la voce narrante dell'ormai anziano co-protagonista, che parla al ragazzo dall'interno di un padiglione di un museo) dei miti del west (indiani, rangers) contro il freddo l'avanzare del progresso. Le tematiche del prodotto di animazione "Rango", che apprezzai alla stessa maniera, sono qui raccolte ed ampliate. La vicenda, pur lasciando spazio ad un seguito, si conclude positivamente, ma sull'onda della malinconia: pur essendo stati sconfitti i "cattivi", le loro azioni non sono cancellate. La ferrovia è stata costruita e gli indiani, qui tristi figure consapevoli del loro triste destino, spazzati via.
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