Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Dramma della miseria,semplice ma incisivo.
Discesa lenta,ma inesorabile,che trascina nell'abisso della miseria, un modesto impiegato comunale,Giulio,padre di famiglia affettuoso e impeccabile, dopo che una sua scappatella,viene scoperta dalla moglie, si ritrova abbandonato e solo, con risorse economiche scarse, che deve far fronte al pagamento degli alimenti per la ex consorte e per i figli, sarà costretto a ricorrere ad un secondo lavoro in nero, fino a quando anche questo non basterà più, perderà la dignità e anche la testa,però il finale a sorpresa,fa intravedere una piccola fiammella di speranza.
L'analisi sociale di questa storia semplice, ma mai banale, è interessante,la società dei consumi in cui viviamo, è tremendamente competitiva e frenetica e priva di punti fermi, cioè si può finire dall'oggi al domani,in una situazione di indigenza,paradossalmente il protagonista è un dipendente statale, cioè ha il "posto fisso"quindi dovrebbe partire da una situazione di vantaggio, invece ciononostante,perde i suoi riferimenti umani e materiali,precipitando nel baratro di un degrado economico e morale, non riuscendo a far fronte nemmeno alle normali spese, che esige una famiglia moderna,dove ci sono figli che studiano e quindi hanno necessità di libri,poi devono frequentare corsi di danza o andare in palestra,non possono esimersi nemmeno dagli"ormai"indispensabili, corsi d'inglese e d'informatica e devono possedere un tablet e uno smarphone e calzare le "Hoogan",altrimenti si sentono inferiori ai loro coetanei e poi c'è una moglie che necessita di parrucchiere,perlomeno una volta a settimana e poi massaggi,per dimagrire e corsi di pilates, oggi molto "trend", Giulio, ma potrebbe essere ciascuno di noi, improvvisamente,si vede costretto a fare "l'equilibrista", tra le richieste dei suoi familiari e per quanto volenteroso, alla fine , si ritrova catapultato in un mondo a lui finora sconosciuto, fatto di emarginazione e miseria,vivendo quasi come un clochard,finendo perfino a mangiare alla mensa della "caritas".Doloroso e angosciante, ma anche istruttivo.
Il divorzio o la separazione,sono un lusso, che possono permettersi solo i benestanti,per gli altri è consigliabile una convivenza coatta,da separati in casa, poco dignitosa, ma perlomeno garante di una situazione economica sopportabile.
Valerio Mastrandrea, con mestiere, offre una recitazione più che credibile.
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