Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Giulio ed Elena, una coppia sulla quarantina, due figli: un maschio ancora bambino e una femmina ormai adolescente. L'apparente normalità viene squarciata quando, incapace di sopportare un tradimento di lui, lei chiede la separazione. Giulio, semplice dipendente comunale, è costretto a trovarsi un altro posto dove stare e a sostenere le spese per i figli, affidati a Elena.
L'impresa di sopravvivere normalmente: il tema di Gli equilibristi, terza regia cinematografica di Ivano De Matteo, a tre anni dal riuscito La bella gente (2009), è scottante e vero, ma soprattutto è coraggioso e in controtendenza con un cinema nostrano sempre meno realista, sempre meno aderente alla concreta quotidianità dei fatti. Come nella precedente pellicola, sono gli argomenti a fare la differenza; la sceneggiatura scritta dal regista insieme a Valentina Ferlan coglie uno spaccato di vita reale e lo dettaglia in maniera attendibile e minuziosa; per di più De Matteo ha la possibilità di mettere in campo interpreti di valore come Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova, Maurizio Casagrande; già meno convincente, ma è ancora giovanissima (classe 1996), Rosabell Laurenti Sellers; in una particina c'è anche una bella caratterizzazione di Rolando Ravello. Ciò che funziona già meno è la maniera in cui l'opera spinge di tanto in tanto sui sentimenti forti, tentando di provocare le emozioni dello spettatore nel modo più facile (es.: Mastandrea che dorme in macchina, immagine stereotipata; e anche la colonna sonora di Francesco Cerasi si fa talvolta di un melodrammatico difficile a digerirsi); nulla di particolarmente eccessivo, a ogni modo, ma ugualmente evitabile. De Matteo, che aveva cominciato a muovere i suoi passi sul set davanti alla macchina da presa, conferma di avere buone potenzialità anche dietro di essa; la sua successiva pellicola arriverà due anni più tardi: I nostri ragazzi (2014). 5/10.
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