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Gli equilibristi

Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film

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La recensione su Gli equilibristi

di maghella
8 stelle

Per me Ivano De Matteo è diventato una conferma per il cinema italiano. L'avevo apprezzato molto con “La bella gente” e ora mi ha definitivamente convinto con “Gli equilibristi”. La storia che ci viene raccontata con questo film è molto moderna: tutte le problematiche rispetto ad una separazione da parte di un padre di famiglia, che con il suo semplice lavoro di impiegato comunale, non riesce a far fronte a tutti i bisogni della nuova condizione di single con famiglia a carico. Giulio, il protagonista (un bravo Mastrandrea) fa una “cazzata”, tradisce la moglie, da qui la crisi coniugale che lo fa andar via di casa. All'inizio il suo buon carattere, il bel legame con la figlia adolescente e il figlio più piccolo, gli fanno affrontare i primi disagi con discreto ottimismo, ma piano piano la situazione precipita, e Giulio si troverà a dormire in macchina, a mangiare alla Caritas e ad entrare in una depressione buia e senza apparente ritorno. La storia in sé poteva cascare in facili patetiche soluzioni ma De Matteo, più che sulla trama, si sofferma su i personaggi, tutti, anche i caratteristi, racconta una società acida, fatta di ipocriti valori, facile all'insulto e all'intolleranza, molto egoista. La ricerca di una casa da parte di Giulio è il pretesto per una carrellata su un mondo di approfittatori, di arricchiti, che non guarda in faccia nessuno, bellissimo il personaggio interpretato da Paola Tiziana Cruciani, una padrona di casa aspra, che racconta con una punta di orgoglio di come è riuscita a buttare fuori di casa un impiegato, o del motivo per cui non vuole ragazzini in casa: “altrimenti chi li butta più fori”.
Giulio si trova solo ad affrontare tutti i problemi che all'interno delle mura domestiche riusciva a risolvere, ma che da solo diventano insormontabili. Diventa vulnerabile, le persone che prima aveva accanto non lo capiscono più, quello che era normale routine diventa un problema: andare a prendere il bambino da scuola in orario, pagare una vacanza alla figlia, mangiare un pasto caldo, e nella seconda parte si entra in un tunnel di depressione progressiva, De Matteo riesce a far calare lo spettatore nell'angoscia del protagonista. Molto peso hanno le scene senza dialoghi, con una colonna sonora importante che sottolinea i passaggi di forte emozione. De Matteo fotografa una società che è brutta da vedere, che lascia indietro chi non ce la fa, chi non riesce a stare al passo con tutti quei falsi valori a cui oggi si da tanta importanza.
La gente (la “bella gente”, mi piace pensare ad una continuazione del discorso dal suo ultimo film) è quasi infastidita della nuova condizione di Giulio: l'amico che in un primo momento l'aiuta nel dargli un secondo lavoro ai magazzini generali, al primo segno di stanchezza lo manda via, facendogli l'elemosina di qualche soldo, tanto per non avere sensi di colpa. La moglie non si rende conto della nuova vita da barbone che il suo ex sta iniziando, e lo rimprovera perché non ha pagato le giostre al figlio. Giulio ormai si trova più a suo agio in bar notturni tra barboni e stranieri, e trova conforto tra le parole gentili di un prete della Caritas, per questo deciderà di passare lì il natale. Solo la figlia Camilla capirà che il padre sta attraversando seri problemi e lo andrà a cercare nella nuova “non casa”. Il finale è aperto e ottimista, e di questo lo ringrazio, perché ne avevo bisogno.
Mi è piaciuto molto vedere tra i tanti volti dei bravi attori di contorno quello di Francesca Antonelli, una caratterista e attrice che mi ha sempre convinta, e che era tanto che non scorgevo in un film così bello, qui fa una piccola scena ma molto divertente e drammatica allo stesso tempo (finalmente si ritorna a “sorridere amaro”, come ci avevano insegnato i maestri della cara e tanto rimpianta commedia all'italiana) quella della signora che va al comune per la richiesta delle luci al cimitero. Bravissimi anche i giovani protagonisti, la figlia Camilla (Rosabell Laurenti Sellers) e il piccolo figlio (Lupo De Matteo, non so se parente del regista, ma davvero molto bravo).

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