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The Perfect Family

Regia di Anne Renton vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Perfect Family

di alan smithee
6 stelle

La riuscita commedia “The perfect family” segna soprattutto (almeno per me) il ritorno da protagonista (oltre che da produttrice) di una delle più belle, brave e seducenti attrici americane degli anni ’80. Quella Kathleen Turner, valchiria bionda che ha entusiasmato noi ragazzi di quegli anni con pellicole commerciali intelligenti, divertenti e riuscite (fantastica, spiritosa scrittrice di romanzi rosa Joan Wilder, gambe mozzafiato che facevano perdere la testa anche al diffidente Michael Douglas nello stupendo " Romancing the stone" e nel divertente ma piu’ ordinario seguito "Il gioiello del Nilo") e soprattutto d’autore (il trittico Brivido Caldo, L’onore dei Prizzi, Peggy Sue si è sposata parlano da soli). 

Colta di sorpresa e a tradimento da una vecchiaia che ha troppo presto sacrificato le generosità di una gioventù entusiasmante sia dal punto di vista estetico che professionale, dopo anni un po' bui e problematici riscattati almeno in parte da qualche ruolo importante a teatro e alcune celebri partecipazioni in serial televisivi che tuttavia la sottostimano, troviamo ora la Turner nel ruolo brillante e spiritoso  di una perfetta madre di famiglia, fieramente e incondizionatamente cattolica, prodiga ed altruista anche perché in odore di aggiudicarsi il trofeo di “Miglior donna cattolica dell’anno”. Titolo ambitissimo e contesissimo tra le madri di famiglia di una parrocchia di una cittadina americana come migliaia di altre.

L’ultimo tassello per ambire al meritato riconoscimento, è quello di presentare alla comunità la propria famiglia, come a suffragare che la via della rettitudine e dell’ordine morale hanno inizio dal ceppo familiare d’origine. Ma proprio li nascono i problemi e i dilemmi per la donna: infatti Eileen scopre proprio in quei giorni che la figlia Shannon ha una relazione omosessuale con una ragazza coetanea, e che per giunta costei si è fatta fecondare artificialmente per poter vivere una vita in famiglia con la sua compagna; poi che il figlio Frank, fedifrago incallito ed ormai in rotta con la moglie, sta frequentando una eccentrica estetista più anziana di lui; infine pure il marito pompiere ad un certo punto non ne può più di tutto quel rigore e scappa di casa pure lui.

Nel dramma i toni rimangono quelli leggeri della commedia brillante, le battute non mancano, alcune davvero riuscite e fulminanti; Kathleen Turner padroneggia la situazione con brio e una comicità pertinenti col ruolo, più dolce e materno, compassato e nostalgico rispetto alla casalinga scatenata ed assassina che si batteva contro la negligenza ed il disordinenell’esilarante Serial Mom di John Waters, interpretato  un bel po’ di anni addietro.

Nella parte dei due problematici eredi troviamo due gradevoli figli e sorelle d’arte: nell’ordine Jason Ritter figlio del compianto John, mentre Emily Deschanel e’ la bella sorella di Zoey. Nel ruolo del maturo ma ancora fascinoso prete poteva risultare meno pertinente la presenza dell’altro divo per eccellenza degli anni ’80, il Richard Chamberlain già uomo di chiesa nell’infuocato “Uccelli di rovo”?

Un finale un po’ dolciastro e “aggiustatutto” non rovina troppo o irreparabilmente le sorti di una commedia piccola ma intelligente, divertente ma non superficiale riflessione su certo perbenismo vuoto e fine a se stesso che trova le sue radici più profonde e suo più fertile fondamento tra le ovattate mura di un certo ceto medio nella sterminata, tranquilla ma spesso inquietante provincia americana.

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