Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Suicidarsi di felicità per essere stati stuprati può essere il soggetto per un film. Un film che a me fa pena, tengo a precisare. Di certo non è un nobile insegnamento o una parabola particolarmente affascinante. Peccato, perchè l'atmosfera da romanzo francese tutto passione e niente cervello è creata con grande stile, gli attori sono dignitosi e fondamentalmente, a parte la trama stucchevolmente antiquata e (in quanto tale) moralmente riprovevole, non si tratta affatto di un brutto film. E' solo un romanzaccio di cuori infranti e romanticismi categorici che a me proprio non piace. Niente da fare.
Il capitano Giorgio, che già ha un'amante, è oggetto della morbosa passione di Fosca, cugina del colonnello, malata di mente e orrenda. Per non saperle dire di no in maniera sufficentemente chiara, finisce per andarci a letto. A quel punto il colonnello chiede soddisfazione, e nel duello che ne consegue sopravvive Giorgio. Ma Fosca, che ormai ha visto il suo amore ricambiato, sia pure in maniera tanto superficiale e ambigua, si suicida, convinta di aver raggiunto la massima felicità della sua vita.
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