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Tutti i santi giorni

Regia di Paolo Virzì vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Tutti i santi giorni

di alan smithee
8 stelle

Nella vita i sono traguardi che la societa' non solo occidentale ti pone come tappe obbligatorie; percorsi che se non raggiungi ed oltrepassi con successo, il buon pensiero comune ti rende classificabile come un "diverso", come uno che non ce l'ha fatta, liquidandoti con un sorrisino a meta' strada tra la compassione e l'indifferenza. Guido e Antonia sono una coppia davvero anomala rispetto alle altre, a quelle che abitano l'affollato condominio popolare nella periferia romana che li ospita, e che talvolta li coinvolgono in feste in giardino con grigliata e cantatina sulle note di Vasco o "Grazie Roma"; salvo scoprire quasi per caso (senza pero' riuscire ad apprezzarne minimamente il livello artistico) che Antonia, dietro un'apparente grezzaggine e selvatica introversione, e' dotata di una voce eccezionale e scrive testi in inglese di ottimo livello. Guido invece, timido e cortese portiere di notte, ha una cultura classica fuori del comune e una umilta' che lo induce a preferire questo lavoro modesto, ma che gli da' spazio e tempo per leggere a notte fonda i classici e i testi latini dei suoi autori preferiti, tra un cliente e l'altro nel via e vai piu' quieto dei check out notturni. Quando un giorno i due decidono che e' ora di fare 'sto benedetto figlio che tutti si aspettano da loro, inizia un calvario, alimentato da attese rese vane da un costante insuccesso e ossessioni perche' tutti attorno a loro, ancor piu' chi non potrebbe permetterselo o ne ha gia' troppi, riesce ad averne e loro no, come risaputamente e con una certa crudelta', confuta la nota teoria del "chi ha pane non ha denti e viceversa". A soffrirne e' soprattutto Antonia, dura ma fragile nello stesso tempo, che non regge bene alle visite specialistiche del caso (esilarante tutta la vicenda presso il "ginecologo del papa", con Antonia che si esaurisce nel sentirsi definita vecchia a 33 anni, nel sentirsi dire che "i figli bisogna farli da giovani" - momenti di grande cinema spassoso ma anche semi-serio che cosi' bene Virzi riesce a rendere da sempre nei suoi bei film). Guido invece crede nell'amore assoluto e vede in Antonia la donna forse, balzana e spigolosa ("non ti crucciare" le dice lui..."non so neanche cosa vuol dire" - risponde lei) ma soprattutto quella che ha sempre sognato e l'unica con cui continuare a lottare, timidamente ma con costanza ("ammodino" per dirla come Guido),  per mantenere quella serenita' che egli sa gia' di aver raggiunto dal momento del loro fantastico primo incontro. Un episodio questo che segna un altro grande momento di cinema, che il regista livornese ci fa sospirare, ma ci regala nel bel finale, dopo un pre-finale a rischio compiacimento che vede la simpatica cagnetta di nome Rivolta Popolare che insegue la coppia e finisce per supplire quella mancanza di maternita' che una vita crudele non vuole donare e ancora dopo l'evitabile scena del matrimonio consolatorio, a tutti gli effetti nulla piu' che una perdonabile ma inutile strizzatina d'occhio forse diretta ad un pubblico che non puo' rinunciare ad un consolatorio - e falso - happy end).
Paolo Virzi conferma (ce ne fosse stato bisogno) con questo film semplice, rischioso (senza un nome noto a far parte del buon cast) e riuscitissimo, di essere il miglior e piu' completo e maturo regista di commedie del nutrito panorama italiano: anche e a maggior ragione quando ci parla di esistenze comuni e di problematiche spiccie, di vita tragica, crudele ma anche comica nei lati piu' intimi dei personaggi meravigliosi in cui ci fa imbattere; un cineasta che sa divertire con vicende che fanno parte del quotidiano, riuscendo a riprendere ed esaltare il lato piu' umano e vero, sincero e spesso anche divertente del pur drammatico ed incontrollabile vortice degli eventi che ci sta addosso. Una pellicola che mi auguro di cuore abbia il successo che merita, che apra le porte ad un attore esordiente straordinario come Luca Marinelli (con quei suoi meravigliosi occhioni aperti allo stupore delle cose belle che il suo personaggio riesce a cogliere dalla banalita' delle cose e dai piu' ordinari gesti quotidiani) e la strada del successo musicale ad una cantante notevole come Thony, voce incantevole abbinata a testi seducenti e maturi che non possono lasciare indifferenti.

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