Regia di John Moore vedi scheda film
Il peggiore della serie, tanto vale iniziare dalla fine. Peggiore persino del precedente film di Len Wiseman, che se non altro aveva al suo attivo qualche ideuzza e Kevin Smith. John McClane in trasferta russa sulle tracce del figlio di cui ignora bellamente che lavora per la Cia è una di quelle idee che affosserebbero persino Ejzenstejn e Orson Welles messi insieme (senza contare le misere battute sull’amore paterno e filiale). In clima di restauro dell’action movie ottantesco, Bruce Willis prova a dire la sua. Interprete comunque superiore alla somma della maggior parte dei suoi brutti film, Willis la butta sul patetico giocando la carta del geronto chic che colleghi come Stallone e Clint hanno elaborato con ben altra intelligenza. E se di registi come John McTiernan si è perso lo stampo, non si può fare a meno di chiedersi che diavolo sia accaduto a uno come Renny Harlin, dimenticato, sottovalutato e sostituito da impostori come John Moore di cui si ricorda con afflizione il pessimo Max Payne. A onor del vero non si può tacere che i set-piece sono elaborati, complessi e spettacolari. Evidentemente, in assenza di un plot degno di questo nome, il reparto dei cascatori e dei pirotecnici si è fatto carico del film. E John Moore? Lui dirigeva il traffico. Basta l’inizio del film per rendersene conto. Vic Armstrong, però, il traffico lo dirigeva molto meglio. E, tranne un’eccezione, ha sempre fatto il regista della seconda unità.
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