Regia di John Moore vedi scheda film
Cosa non si farebbe per un file. Jack McClane (Courtney) è un agente della CIA con il compito di riuscire a portare Komarov (Koch) incolume a un processo contro un magnate della finanza che si è arricchito creando il disastro di Chernobyl (probabile che gli sceneggiatori si fossero fumati qualche sigaretta all'uranio…). Ma babbo John (Willis) desidera tanto riabbracciare suo figlio, l'agente della CIA appunto, e si mette in mezzo all'operazione. Che si rivela tutta sbagliata, a partire dal file, proprio grazie al fiuto del veterano che riesce così a riconquistare la stima e l'affetto perduti del figlio.
La trama è in effetti un po' più fitta di così e ha anche la pretesa di qualche colpo di scena, talmente telefonato che ci si può sbizzarrire a scommettere cosa accadrà scena dopo scena. Vittoria assicurata. Il tutto, perciò, è funzionale all'azione e alle battutine dalle pretese comiche che neanche i comici scartati da Zelig riuscirebbero a scrivere. Per cui abbiamo, nell'ordine: un inseguimento con un pick up che per fare prima, nel bel mezzo del traffico di Mosca, passa direttamente sopra il tappeto di lamiera della altre automobili; tiro al bersaglio con mitragliatrici che non sforacchiano il nostro eroe neppure di striscio; automobile che sposta il baricentro di un elicottero appendendosi a un'estremità, in modo da spostare l'asse del fuoco. È puro cinema fracassone, tutto decibel ed esplosioni, che pretende di emozionare in proporzione al numero di pallottole sparate, ma che avrebbe già dovuto essere pensionato al quarto episodio (Vivere o morire), dato che qui mostra chiaramente il fondo del barile ormai lucido tanto lo si è grattato.
Dimenticavo: la sala accanto era pieno e ho dovuto ripiegare su questo...
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