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I medici volanti dell'Africa orientale

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su I medici volanti dell'Africa orientale

di Brady
8 stelle

Ed anche tra noi aleggia l'incomunicabilità.... non riusciamo nemmeno a capire l'ovvio.... l'immagine messa al contrario è la nostra... una società fatta di troppi 'contrari'...

Un documentario interessante non tanto o meglio, anche per il prode lavoro di questi generosi medici 'alati'.

 

Credo che tutto vada ricondotto al problema di comunicazione evidenziato ad un certo punto del documentario. L'incomunicabilità nasce dal fatto che si tratta di un 'mondo' a parte.

 

Qui siamo a diretto contatto con la nostra preistoria di umanità. E' un po' come se le nostri leggi della fisica fra questi popoli ed in queste terre non valessero più. I frutti non cadono dall'alto verso il basso, non c'è un alto e un basso, nè un sotto ed un sopra che noi si possa riconoscere....

 

Per loro è un trauma staccarsi dalla terra per salire su di una scaletta artificiale... per noi sarebbe un trauma inenarrabile camminare scalzi sulla nuda terra per tutti giorni che ci restano... loro vivono con e della terra (Terra!!)... noi ne siamo praticamente scollegati...

Così come in tante cose ormai siamo completamente 'scollegati' dalla realtà, dalla pragmaticità, dall'essenzialità, dall'inevitabilità degli eventi,...

 

Per loro la malattia è un difetto, un errore, un grosso problema. Se sei difettoso devi renderti conto che non puoi sopravvivere e nessuno ti può sostenere; ognuno deve fare la sua parte e i tuoi 'difetti' non devono danneggiare gli altri e trasmettersi alle generazioni future.

Per questi popoli la morte è una normalità, una consuetudine, una routine, una selezione naturale inevitabile e ancorché possa considerarsi giusta, da accettare.

Anzi è talmente rispettata la morte che la vita ne è una parentesi. Se ti ammali irrimediabilmente ti avvelenano per ricondurti ad essa, senza vergogna, senza pentimenti, senza la nostra infamia.

 

Il loro è un mondo logico, scontato, ovvio .... difficile accettare per noi per la nostra innata paura della morte, che ci trasforma in creature pseudocaritatevoli per allontanarla il più possibile. Da noi conta il singolo, per loro la specie....

 

Alcune popolazioni africane uccidono anche persone nate con piccoli difetti o che si feriscono. Ricordo un documentario dove una donna si era ferita al seno e le anziane avevano deciso di ucciderla perché non sarebbe, forse, stata in grado di allattare i suoi bambini; sarebbe stata un peso per la comunità, un peso insostenibile perchè le risorse sono 'essenziali' e servono solo per le persone attive, produttive, sane ed in grado di mantenere la specie.

Per noi questo è inconcepibile, ma fino a qualche decennio fa era la normalità anche per noi. La selezione naturale delle malattie (e quella innaturale delle guerre) ci mettevano nelle medesime condizioni e la morte di qualcuno, talvolta, consentiva agli altri di sopravvivere...

 

Viviamo in due monti non solo contrapposti, ma alla rovescia. Le risorse servono a sopravvivere non a gozzovigliare.... e presto ritorneremo al nostro passato a dispetto del nostro facile e corrotto buonismo.

Ed anche tra noi aleggia l'incomunicabilità.... non riusciamo nemmeno a capire l'ovvio.... l'immagine messa al contrario è la nostra... una società fatta di troppi 'contrari'...

 

Una parentesi ancora sulle guerre fra i fari villaggi ed etnie... sempre stati, ma forse da quando siamo arrivati noi, ne abbiamo esasperato le dinamiche...

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