Regia di Alexandre de La Patellière, Mathieu Delaporte vedi scheda film
che lo si voglia citare col titolo italiano od originale poco o nulla cambia. l'importante è che il film di de la patelliere e di delaporte sia un signor film. uno di quei film che se non fosse stato per una recensione di filmtv della settimana scorsa probabilmente non avrei considerato e invece, m'inchino e chapeau. non ricordo di aver riso, sorriso o ghignato così di gusto per un film recente e porca puttana, saranno anche troppe 5 stellette, ma gliele do tutte perchè rende un servizio pubblico. la sceneggiatura ad orologeria e i dialoghi vivaci e schioppettanti come le braci nel camino d'inverno serviti tra le braccia di talentuosi attori francesi con tutte le loro mossette e pernacchie alla francese, sono ciò che un amatore del cinema non può che desiderare. in più la regia costretta negli angusti spazi di un appartamento non fa assolutamente sentire l'origine teatrale della piece girando come un action frenetico tra un'espressione e l'altra dei mastri di recitazione. ed è proprio grazie al pony express delle pizze(yaniss lespert, fratello di jalil) che lo spettatore ha la possibilità e la fortuna di entrare nell'appartamento di elisabeth e pierre per una delle loro cene. cena a cui parteciperanno il fratello di elisabeth con la moglie e claude, amico fraterno. per l'affiatamento e l'empatia che si è creata tra gli attori mi vien da pensare subito ad un mike leigh. sono talmente in sintonia l'uno con l'altro che pare proprio di assistere ad una cena tra amici. la deriva a cui si va incontro grazie ad uno scherzo che riguarda un nome per il futuro bimbo di vincent(patrick bruel)fratello di elisabeth, fa si che il tono da commedia iniziale perda via-via di equilibrio a favore di un dramma che in effetti non scoppia mai, ma che sembra più probabile di mano in mano che la serata avanza. a parte anna(judith el zein)che è a tutti gli effeti una new entry nella compagnia, tutti gli altri si conoscono a meno dito o così sembra, o almeno pensano. "non si racconta mai tutto all'altro" dice pierre(charles berling)alla moglie(valerie benguigui)sconvolta dopo la rivelazione di claude(guillaume de tonquedec)verso l'epilogo della serata/film. la forza del film sta nel non perdere il lume della ragione e un suo senso. sembra sempre di cattiveria in cattiveria estrapolata all'altro attraverso un senso di gioco e del divertimento, di aver perso inevitabilmente qualcosa dell'altro dentro di sè, e invece se di gioco al massacro si può parlare, se ne può discutere in un senso positivo. c'è sempre qualcosa di non detto e quando viene detto, dobbiamo essere talmente adulti da elaborare il non-detto-fino-ad-ora. "non me l'hai mai detto, sono incazzato, offeso e financo schifato ma passo oltre". i personaggi borghesi e benestanti non ne escono mazziati, ne escono rinforzati e per di più con un grande spirito di auto-ironia come nell'abbraccio finale. insomma, avercene di film come questo. gli attori ovviamente sono da urlo e da standing ovation, perchè per questo genere di cinematografia, serve che l'attore conosca bene il proprio mestiere e che non lo prenda come un riempitivo da curriculum nell'attesa di approdare alla prossima prezzemolata pomeridiana. bruel, berling, benguigui, de tonquedec e el zein sono talmente bravi che mi viene da piangere a ripensarci.
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