Trama
Partendo da Firenze per un viaggio in Bosnia e in Erzegovina, il regista Massimo D'Orzi documenta, attraverso interviste a donne e bambini, in che condizioni si ritrovino a vivere gli zingari, popolo da sempre senza patria e senza religione, nei territori martoriati da una guerra condotta in nome di Dio per la difesa delle singole etnie. Man mano che raccoglie le testimonianze, si ritrova di fronte a racconti che ripercorrono la millenaria storia del popolo Rom, a partire dalla loro prima fuga dall'India intorno all'anno Mille per una ragione rimasta sconosciuta.
Note
Respira con l’oggetto della ricerca, il film, abbraccia nel suo scorrere placido vite che combattono per essere tranquille, preferisce il cogliere al dimostrare, cedendo però quando si concede alla bella composizione, al lirismo facile di fughe musicali sul paesaggio, alle derive didascaliche (la poesia, in chiusura). L’impressione è di un’opera che si ferma a essere introduzione volenterosa a un mondo che intuisce labirintico e contraddittorio. Un piccolo, imperfetto esempio di come il cinema del reale possa opporsi alle rappresentazioni, reazionarie o consolatorie, propinate da politica e media.
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