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Io e la mia sedia

Regia di Angelo Amoroso d'Aragona vedi scheda film

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La recensione su Io e la mia sedia

di FilmTv Rivista
8 stelle

Si dipanano tanti fili dentro Io e la mia sedia, documentario realizzato da Angelo Amoroso d’Aragona, regista e “nobile” barese, già vincitore del New York Short Film Festival. Quici racconta il mondo dello spettacolo, che può farti toccare le stelle o trasformarti in un morto di fame. Il ’68 e gli anni 70, quelli del Teatro Politico di Dario Fo e “Nuova Scena”. Un presente che non concede sconti, dove una pensione sociale può valere 65 euro al mese. Il filo rosso di tutte queste storie è il cantastorie barese Enzo Del Re, icona di una musica pugliese ai più poco nota, scomparso nel 2011 dopo un percorso umano e artistico che il documentario traduce in simbolo di rigorosa anarchia verso ogni forma di potere, di ricerca della vera propria essenza. Innovativo sul piano della produzione musicale, Del Re attraversa tre decenni di storia italiana da protagonista e poi da dimenticato, senza mai accettare compromessi. «Ho lottato per la rivoluzione, non per la pensione!»: esempio di come si possa stare al mondo senza doversi arrendere al mondo. Lui e la sua sedia, un unico strumento musicale, anche sul palco grande del Primo Maggio romano – è il 2010 – ci mettono tutti in riga, per l’ultima volta, rendendo viva ogni parola, ogni gesto. La storia di questo ragazzo «piccolino con i capelli ricci, un po’ scontroso» lascia inevitabilmente qualcosa dentro. Come sa fare solo il poeta.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 7 del 2012

Autore: Cristina Borsatti

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