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La scampagnata

Regia di Jean Renoir vedi scheda film

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La recensione su La scampagnata

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10 In un'afosa giornata estiva, la famiglia Dufour lascia Parigi per andare a fare una scampagnata in una località vicino alla Senna. Il signor Dufour è accompagnato dalla moglie, dalla suocera, dalla figlia Henriette e dal commesso Anatole, futuro marito di Henriette. Mentre viene preparato il picnic sull'erba, due giovani vengono incontro alla famiglia e propongono a madame Dufour e ad Henriette di fare un giro in barca sulle acque del fiume. Quando le barche lasciano la riva, il cielo si annuvola e preannuncia la pioggia in arrivo. Henriette si innamora davvero di Henri, il suo accompagnatore, ma, quando si incontreranno un anno dopo, tutto sarà diverso...
Pur essendo un mediometraggio di soli 40 minuti rimasto incompiuto a causa di difficoltà finanziarie ed organizzative (e presentato al pubblico soltanto nel 1946, con ben dieci anni di ritardo rispetto all'epoca delle riprese) Une partie de campagne è un'opera splendidamente riuscita e va annoverata fra i grandi capolavori di Jean Renoir. Basandosi su un celebre testo di Maupassant e rifacendosi direttamente alla pittura impressionista del padre Auguste a livello figurativo, il regista rimane fedele allo spirito dell'opera letteraria soprattutto nella satira di una certa borghesia parigina, resa con pochi tratti ma in maniera fortemente sarcastica. Tuttavia, in questo film vibra un sentimento di nostalgia per un'epoca perduta e si avverte una sottile inquietudine nella rappresentazione di un mondo naturale che, dietro le apparenze di un eden, nasconde aspetti minacciosi e tutt'altro che rassicuranti, probabilmente da collegare in maniera allegorica all'angoscia che si avvertiva nel 1936 per la guerra che ormai era alle porte e per l'avanzare dei totalitarismi in Europa. Le immagini di Claude Renoir, nipote del regista, sono spesso stupende esteticamente ma rafforzano quest'impressione di tristezza e di malessere proprio nellla maniera in cui il paesaggio diviene il correlativo oggettivo dell'impossibilità di amare liberamente sperimentata da Henriette. La presenza di alcune didascalie esplicative denuncia l'incompletezza dell'opera che, tuttavia, anche nello stato attuale (il montaggio fu curato dalla moglie del regista Marguerite Renoir), resta perfettamente coerente e compiuta. Da vedere per comprendere come non sia il minutaggio a fare la grandezza di un'opera, ma la genialità del regista (e in quel periodo Renoir era uno dei più grandi registi del mondo).    

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