Regia di Jean Renoir vedi scheda film
Splendido capolavoro incompiuto di Renoir, tormentato nelle vicende produttive (girato nel 1936 e poi abbandonato per dieci anni, finchè Marguerite Renoir, la compagna del regista, curerà il montaggio del girato) ma di una sfrenata ed irresistibile sensualità visiva: per questa meravigliosa cronaca di un amore senza futuro Renoir si contorna, tra attori e collaboratori, di un gruppo di familiari ed amici, ricreando con sapienza e freschezza un clima di intimità affettiva (il film è girato, tra l'altro, nella tenuta di campagna del padre Auguste) necessario per lasciar emergere le tensioni più sofferte dell'omonima novella di Maupassant da cui è tratto. L'impronta naturalistica e la lezione della pittura impressionista sono evidenti già nelle prime, magnifiche sequenze che accompagnano la comitiva di gitanti alla fattoria sulla Marna da cui prenderà le mosse la vicenda, ma è il carattere elegiaco dell'assunto, stemperato nell'ironia, e la spontaneità della messinscena a rivelarne gli aspetti più preziosi e vitali. Deliziosi gli interpreti, da Sylvia Bataille (ex-moglie di Georges Bataille) a Georges D'Arnoux, Jane Marken e André Gabriello più le comparsate del figlio Alain Renoir e dello stesso Georges Bataille (nel ruolo di un seminarista). E poi: la magnifica fotografia di Claude Renoir (fratello del regista), un gruppo di amici, come assistenti alla regia, del calibro di Jacques Becker, Henri Cartier-Bresson, Luchino Visconti, Yves Allégret e Claude Heymann. Una raffinata gemma senza tempo.
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