Regia di Jean Renoir vedi scheda film
"Ma guarda, - esclamò improvvisamente il giovanotto dai capelli gialli,che stava esplorando intorno. - queste si che sono belle barche! - Andarono a vedere.Sotto una piccola tettoia di legno erano sospese due magnifiche iole da regata,fini e lavorate come mobili di lusso.Riposavano fianco a fianco,simili nella loro snella e risplendente lunghezza a due belle ragazze alte e slanciate,e facevano venir voglia di correre sull'acqua nelle belle serate dolci o nelle limpide mattinate estive,di sfiorare le rive fiorite,dove file di alberi bagnano i rami nell'acqua,dove tremola l'eterno brivido delle canne,dalle quali si levano in volo,come lampi azzurri,i veloci martin pescatori."
Guy de Maupassant "Une partie de campagne" 2 - 9 aprile 1881
"Una domenica dell'estate del 1860,il signor Dufour,commerciante di ferramenta parigino,dopo essersi fatto prestare il carro dal lattaio,suo vicino,decide di andare a fare una gita in campagna,in compagnia della suocera,della moglie,della figlia e del commesso Anatole,suo futuro genero e successore."
Dopo aver oltrepassato un ponte sulla Marna,il gruppetto scorge una bella trattoria,il Restaurant Poulaine,e decide di fermarsi lì a pranzare,
Il loro arrivo allegro e chiassoso viene notato da due giovani amici canottieri,Rodolphe (Jacques Borel) e Henri (Georges Darnoux),che,dopo averli scambiati per una famiglia di lattai,osservano dalla finestra del ristorante l'incantevole Henriette (Sylvia Bataille),che si dondola leggiadra sull'altalena,imitata goffamente dalla madre,la robusta madame Dufour (Jeanne Marken).
" Bella invenzione l'altalena." osserva Rodolphe estasiato.
"E' una trappola per stupidi:pensi di vedere tutto,ma non vedi niente!" ribatte Henri.
"Voglio proprio andare a parlare con le due signore,Saranno sicuramente molto lusingate di fare la nostra conoscenza."
"Che fesso! Le spaventerai,scapperanno dai loro uomini e ci guadagnerai solo un giro in canotto con i lattai..."
Anche Père Poulaine (Jean Renoir),il ristoratore,dice la sua.Lui preferisce la madre,un pò più avanti negli anni,ma bene in carne.La ragazza è molto carina,ma troppo magra.
L'occasione per rompere il ghiaccio nasce dal cappellino di Henriette,dimenticato sul prato e che Rodolphe le porge con molta galanteria,mentre Henri la osserva ammirato.
Dopo aver pranzato sull'erba,Monsieur Dufour si allontana con Anatole (Paul Temps) e i due canottieri ne approfittano per fare due chiacchiere con le signore e fare qualche complimento ed è proprio Henriette a proporre,con il permesso del padre,di fare un giro in barca.
Rodolphe procura subito due canne da pesca per papà Dufour e Anatole e le due iole si allontanano silenziose sul fiume limpido e tranquillo.
"La ragazza,seduta al posto del timoniere,si abbandonava alla dolcezza di essere sull'acqua.Si sentiva presa da una rinuncia al pensiero,da un completo rilassamento delle membra,in un abbandono totale di se stessa,come invasa da una profonda ebbrezza.Un vago bisogno di godimento,un ribollire del sangue,percorrevano la sua carne eccitata dagli ardori della giornata,ed era anche turbata da quell'intimità sull'acqua,in mezzo a quel paese spopolato dall'incendio del cielo,con quel giovane che la trovava bella,il cui sguardo le baciava la pelle e il cui desiderio era penetrante come il sole."
Un anno dopo,"con le domeniche tristi come i lunedì".Henriette ed Henri si ritrovano in quello stesso posto,dove,per un breve attimo,hanno condiviso la loro passione.
Lei è seduta accanto al marito Anatole,che dorme profondamente e ha l'aria melanconica.
"Sai,io vengo spesso qui....Ho i miei più bei ricordi."- le dice Henri.
Henriette,pallida e turbata,lo guarda a lungo in silenzio,con le lacrime agli occhi,poi sussurra:" Io...ci penso tutte le sere."
Nel tradurre in immagini la bella novella di Guy de Maupassant,che Henry James,nel suo saggio critico del 1888,definì "un piccolo racconto spietato",Jean Renoir ne coglie intimamente l'essenza,il delicato e insinuante erotismo,la malinconia di una vita non vissuta,lo sguardo ironico e tagliente sulla piccola borghesia francese,con le sue meschinità,i vezzi un pò volgari,l'ossequio alle certezze istituzionali.
Anche l'incantevole Henriette,che si abbandona all'ardore di una passione consumata in pochi attimi,ma mai dimenticata,non osa una scelta audace e sposa un uomo insignificante e non amato,ma che porterà avanti il negozio di "quincaillerie"della famiglia.
Il pessimismo esistenziale di Maupassant viene però in parte stemperato da Renoir in alcune sequenze di leggiadro umorismo,come nel corteggiamento di Rodolphe a Madame Dufour,o nella sequenza della pesca di Monsieur Dufour con il goffo Anatole,dai capelli gialli e stopposi.
Erede attento e partecipe della lezione impressionista del plein air ,Renoir,con la collaborazione del fratello Claude,ci restituisce una natura di una bellezza panica e trasfigurata,in parte distaccata,in parte complice delle debolezze umane.
Attimi di sublime e inafferrabile perfezione illuminano questo piccolo capolavoro incompiuto,come la sequenza dell'altalena,dove il sorriso della deliziosa Sylvia Bataille trasfigura la bellezza della ripresa.
"E' una felice coincidenza se quell'inizio di temporale che scalfisce il grigio di un cielo pesante o quella gita in campagna,con i cappelli di paglia,le tovaglie a quadrettini e i borghesi che parlano ad alta voce,ricordano i dipinti di suo padre.Questa coincidenza - e qui si impongono le doti di Renoir - ci dà,imponderabile ma preciso,il clima ora malinconico ora equivoco del racconto di Maupassant."(Jacques Doniol-Valcroze, "La Revue du Cinéma",gennaio 1947)
In occasione del centenario della nascita di Jean Renoir,la scoperta di Dominique Paini alla Cinémathèque française di Henry Langlois,di una cassa contenente gli elementi non utilizzati da Marguerite Renoir,la montatrice del film,aggiunge una nuova perla a questo piccolo gioiello.
"Tournage à la campagne",montato da Alain Fleischer,a partire dal negativo nitrato delle riprese di Jean Renoir,consegna allo spettatore la storia emozionante del lavoro di ripresa,delle inquadrature scartate,di quella atmosfera irripetibile e familiare in cui fu girato il film.Ottanta indimenticabili minuti in cui compaiono,oltre al regista,gli operatori,gli attori,gli amici.
Doveroso citare anche gli aiuto registi:Jacques Becker,Jacques Brunius,Henri Cartier-Bresson,Claude Heymann,con Yves Allegret e Luchino Visconti (non accreditati).
Il commento musicale è affidato alle bellissime note suggestive ed evocatrici di Joseph Kosma,mentre la canzone,senza titolo,è cantata da Germaine Montero.
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