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Gli anni spezzati

Regia di Peter Weir vedi scheda film

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La recensione su Gli anni spezzati

di maso
10 stelle

 

Gallipoli (1981)

 

 

Il capolavoro assoluto di Peter Weir incentrato sull'amicizia virile e sull'assurdità della guerra focalizza perfettamente i due temi raccontando una storia avvincente e toccante allo stesso tempo, attraverso una regia minuziosa e particolareggiata oltre che visivamente penetrante.

I protagonisti Archy e Frank sono due caratteri diversissimi: uno è biondo e incapace di mentire, cresciuto in una fattoria nell'outback australiano denota grande altruismo ed una ingenuità ammaliante mentre Frank è moro, di famiglia irlandese, cresciuto a Perth in città ed abiutuato a raccontar frottole e giocare d'azzardo per tirare avanti ma una cosa li accomuna, la passione per la corsa che a più riprese ed in situazioni differenti li vede sprintare nell'arco di tutto il film.

Mark Lee e Mel Gibson sono tanto belli quanto favolosi nel dare spessore a questi personaggi che si incontrano per la prima volta in una gara di cento metri ad una festa di paese dove però c'è anche la possibilità di arruolarsi nell'esercito australiano impegnato sul fronte turco.

L'Australia del 1915 è ricostruita perfettamente nei costumi e nelle ambiantazioni dove i due caratteri antitetici si attraggono inevitabilmente in una incontrollabile complicità: è Archy che insegna a Frank ad andare a cavallo ed è Frank che falsifica i documenti ad Archy per far si che sembri più grande della reale età che non gl consentirebbe di arruolarsi ma prima c'è da attraversare un tratto desertico di 75 km con appena una borraccia d'acqua e il sole come riferimento per la direzione, una sequenza vibrante e caldissima che trasmette la fatica con l'andatura sempre più caracollante di Frank mentre Archy si impegna a non perdere la strada finchè non intravedono tracce sulla sabbia e comincia una rincorsa disperata scandita dalla pulsazione elettronica di Jean Michel Jarre che termina con l'incontro di un viandante e il suo cammello filmato come un miraggio ma che è in realtà la loro salvezza.

Il film procede ora a descrivere il loro avvicinamento alla guerra e a Gallipoli nella lunga sequenza del campo di addestramento situato alle pendici delle piramidi e della sfinge dove Frank e Archy si reincontrano sfidandosi subito in una gara che culmina in un tramonto egiziano sulla somma di una piramide prima della partenza per il fronte che ricopre tutta la parte finale del film in un crescendo emozionale che coinvolge l'occhio e il cuore dello spettatore.

La descrizione del campo di battaglia è efficacissimo e Weir si sofferma sui particolari per far comprendere allo spettatore quanto sia difficoltosa e disumana la vita in trincea: sempre sul chi va là con le bombe che cadono ovunque, si pratica il baratto fra i commilitoni che si scambiano una pistola per del bacon, si vedono fette biscottate con le mosche appiccicate per merenda, si preparano barattoli riempiti con ferraglia varia ed esplosivo e soprattutto si lasciano messaggi ed oggetti ai parenti fra i sacchi di sabbia che compongono la trincea prima dell'assalto suicida alle mitragliatrici turche e questa volta per Archy e Frank la corsa ha un sapore ben diverso visto che il coraggioso ragazzo dai biondi capelli è nella linea d'assalto mentre il suo amico arruolatosi quasi per gioco corre nella trincea per portare gli ordini dal centro comando alla linea d'attacco e quindi può scongiurare in un ultimo disperato sprint l'inutile massacro dei suoi commilitoni impegnati in un assurdo assalto alla baionetta verso le linee di fuoco nemiche.

Oltre ai due splendidi protagonisti c'è un cast di contorno altrettanto efficace, prevalentemente maschile fra cui Bill Kerr nel ruolo dell'appassionato zio di Archy che non riesce a dissuaderlo dal partire per una guerra che non gli appartiene così come il padre di Frank che gli ricorda che gli inglesi hanno impiccato suo nonno a cinque miglia da Dublino, Bill Hunter nel ruolo del coscienzioso maggiore Barton che trema al momento di dare il fischio che da il via all'assalto suicida e gli amici di Frank anche loro perfettamente caratterizzati tra cui spicca Robert Grubb nel ruolo di Billy, bravissimo nella sequenza in cui ammira la magnificenza delle piramidi con una semplice espressione del viso.

 

Risultati immagini per gallipoli 1981

 

Il tutto è esaltato dalla regia di Weir che non sbaglia una inqudratura e dimostra di essere un regista eclettico e fantasioso: sa girare una scena di ballo senza renderla noiosa così come una scena di massa nello sbarco notturno rendendola chiara e luminosa, gira sott'acqua e sotto il sole del deserto, all'alba e al tramonto rendendo sempre le sue immagini meravigliose per non parlare poi della celeberrima sequenza finale montata ad arte fra il respiro affannoso di Frank e l'adagio di Albinoni.

Stravinse agli Australian film institute 1981: film, attore protagonista Gibson, non protagonista Hunter, regia, sceneggiatura originale, fotografia, suono e montaggio ma anche Lee e Kerr furono candidati.

La tag line di presentazione diceva:

 

                                 From a place you've never heard of, comes a story you'll never forget 

 

 in effetti è un film indimenticabile che non risente per nulla degli anni, al contrario sembra fatto ieri.

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