Regia di Hideo Nakata vedi scheda film
Dopo il successo di "The Ring" di Gore Verbinski, remake di "Ringu", i produttori affidano la regia del sequel (e semi-remake di "Ringu 2") allo stesso Hideo Nakata, autore dell'originale dittico nipponico di Sadako (che in Usa ha subito il bizzarro mutamento anagrafico in Samara). Il risultato è un ritorno a quelle atmosfere simboliche, drammatiche e psicologiche che caratterizzavano i capitoli orientali, colmando quel lieve ma sensibile vuoto del predecessore. Inoltre, la figura di Samara/Sadako viene riportata nella sua dimensione misteriosa, sottolineata dall'ottima scelta di non mostrarne mai il volto cadaverico (cosa che purtroppo accadeva nell'americanissimo remake).
La trama del film originale, pur tenendo alcuni punti (il ricovero in ospedale, la possessione del bambino da parte di Samara), viene significamente rimaneggiata, il che da un lato conferisce al film una sua identità autonoma e dall'altro rende possibile per il regista approfondire aspetti quasi inesplorati nell'originale. In particolare, in questa opera si analizza con maggiore attenzione il rapporto madre-figlio, la cui intensità è rafforzata dall'incontro con la madre naturale di Samara (una Sissy Spacek in grandissima forma) e, soprattutto, dalle straordinarie interpretazioni del duo protagonisai, in particolare dalla bravissima Naomi Watts. Importante l'insistita attenzione posta all'elemento dell'Acqua (tema centrale anche degli altri episodi, specialmente quelli di Nakata), leggibile in relazione a questo rapporto, vista la doppia valenza dell'elemento acquatico sia come origine della Vita (e quindi metafora della Maternità), sia come strumento di Morte: nel film, infatti, l'acqua, temuta da Samara, è il mezzo con cui sua madre tentò di ucciderla, ed è immergendo fin quasi all'annegamento il proprio figlio nell'acqua che Rachel riesce a purificarlo, quasi come in un battesimo materno (e quindi autentico, al contrario di quello impartito dal prete nel rito cristiano).
Tra gli elementi tecnici, la maestria di Nakata si vede molto bene nel sapiente uso della macchina da presa e dei suoi trucchi: per mostrare le 'visioni' del ragazzo e realizzare i movimenti di Samara, egli modifica la velocità di ripresa (i buoni vecchi trucchi ottici, sempre validi); inoltre, anche nell'uso degli effetti digitali, mostra come sia possibile utilizzarli non solo efficacemente (cioè non come semplice e spesso antiestetico sostituto dei trucchi artigianali): infatti egli utilizza la CG come un ottimo mezzo di espressione poetica (si veda la memorabile scena della vasca da bagno).
Insomma, "The Ring 2" è uno dei migliori esempi di sequel e reboot Horror hollywoodiani apparsi nel Nuovo Millenio, e inoltre è anche un ottimo esempio, seppure parziale, di auto-remake.
Molto interessante anche il cortometraggio "Rings" di Jonathan Liebesman ("The Texas Chainsaw Massacre: The Beginning"), presente negli extra del DVD (almeno, nella versione noleggio è presente) riguardante gli antefatti del prologo.
Consigliato. Voto: 8.
P.S.: Non mi aspettavo che fosse così sottovalutato...
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