Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film
La parola di un fuorilegge... è legge! è uno spaghetti western ampiamente fuori tempo massimo (il genere viveva la punta massima di prosperità esattamente una decade prima) e girato da un valido artigiano come Margheriti in maniera a dir poco approssimativa, tanto da sembrare in più momenti un lavoro tirato via sbrigativamente per le più disparate e disperate ragioni contrattuali o alimentari. Il regista, che come al solito ama celarsi dietro la pseudonimo di Anthony Dawson, ha a disposizione una produzione statunitense che gli concede una prestigiosa guest star come Lee Van Cleef - semplicemente sprecato - ciliegina in un cast d'altronde allestito fra alti e bassi, con nomi di una discreta caratura (Fred Williamson, Harry Carey Jr., Dana Andrews e - perchè no? - Catherine Spaak, comunque capace di rialzare le quotazioni del botteghino) alternati a seconde linee come Jim Brown, Barry Sullivan o Jim Kelly. Nel cast tecnico l'unico elemento italiano è Riccardo Pallottini, direttore della fotografia; prodotto pensato per un pubblico senza grosse pretese, La parola di un fuorilegge... è legge! finisce per essere un film di pressochè nessuna pretesa, fra prevedibili stereotipi nell'attesa del 'duello finale'. 2,5/10.
Far West. Due neri devono scortare centomila dollari fino in Messico per conto di un uomo che, però, nel frattempo muore. La somma comincia a scottare ancora più di prima e tanti si fanno avanti per conquistarla.
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