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La parola ai giurati

Regia di Sidney Lumet vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La parola ai giurati

di obyone
9 stelle

 

E. G. Marshall, Lee J. Cobb, Jack Warden, Ed Begley, Henry Fonda

La parola ai giurati (1956): E. G. Marshall, Lee J. Cobb, Jack Warden, Ed Begley, Henry Fonda

 

Dodici uomini arrabbiati, rinchiusi in conclave in una stanzina calda e poco confertevole, ricoprono il ruolo di giurato in un processo di omicidio e devono deliberare la colpevolezza di un ragazzo, appena maggiorenne, che ha ammazzato il padre a sangue freddo. Ma il giurato n. 8 paventa qualche dubbio sul caso e mette sotto pressione la pazienza degli altri uomini, tutti favorevoli alla condanna.

 

Henry Fonda

La parola ai giurati (1956): Henry Fonda

 

Già prolifico come regista televisivo Sidney Lumet esordì nel 1957 in un lungometraggio con "Twelve angry Men", un'opera di stampo teatrale basata sul dramma televisivo dello scrittore Reginald Rose scritto tre anni prima per la CBS e che sulla rete americana venne editato con grande successo. La pellicola adattata per la televisione, che tra le altre cose si ritenne perduta fino al 2003, si ispirava a sua volta ad un vero caso giudiziario a cui Rose dedicò un proprio servizio ed un documentario. La versione cinematografica di Lumet venne prodotta dalla stesso Rose e dal giurato numero 8, Henry Fonda.

Il regista trasformò il dramma teatrale di Rose in cinema, superando i limiti temporali e spaziali del copione grazie alle possibilità offerte dalla macchina da presa ed alle variazioni di luce di Boris Kaufman. Sono, infatti, le angolazioni scelte e le sfumature del bianco e nero a movimentare la scena e a scandire il passaggio delle ore all'interno delle stanze in cui si decidono le sorti del processo. All'inizio Lumet comunica la soggezione dell'uomo di fronte alla legge con una serie di inquadrature dal basso che fanno del palazzo di Giustizia un luogo maestoso e annichilente. Subito dopo Lumet segue i movimenti di alcune persone mentre si passano il testimone nella staffetta che si avvicina all'aula in cui si tiene il procedimento. Quando la macchina entra nella sala affollata l'operatore di macchina ritrae la stessa inquietudine di chi, per la prima volta, si accosta ed un processo. Le inquadrature sono grandangolari, i volti ripresi da lontano. Il giudice incute timore dall'alto del suo banco mentre l'imputato è inquadrato da un fugace passaggio inondato da una luce fioca. Lo spettatore non ha tempo per simpatizzare con l'imputato perché la giuria si deve riunire. A quel punto le luci di Kaufman si rischiarano e l'azione si sposta attorno ad una lunga tavola dove iniziano le discussioni sul caso.

Sidney Lumet continua a mantenere la distanza con inquadrature che impediscono di familiarizzare con i giurati. Spesso vengono ripresi nella totalità oppure di spalle, seduti sul tavolo o in piedi mentre guardano in direzione opposta alla mdp. Quando però il giurato numero 8 scopre le carte il regista fa altrettanto. Le inquadrature si avvicinano, i controcampi si moltiplicano sui primi piani.

Finestre scassate e ventilatore fuori uso comunicano un senso di asfissia che va aumentando man mano che il rapporto tra coloro che dichiarano la colpevolezza e, viceversa, coloro che declamano l'innocenza, si ribalta. Le luci si appannano sempre più mentre il sudore inzacchera le camicie. La fine è ben lontana mentre gli animi si scaldano sempre più nell'ambiente umido e soffocante. Quando arriva la pioggia i rapporti di forza si sono ribaltati e la frescura dovuta al temporale estivo evoca un cambiamento di rotta che solo alcuni fulmini rumorosi sembrano allontanare.

 

E. G. Marshall, Ed Begley, Lee J. Cobb, Henry Fonda

La parola ai giurati (1956): E. G. Marshall, Ed Begley, Lee J. Cobb, Henry Fonda

 

Mentre calano le luci del crepuscolo e la rabbia si affievolisce Lumet riflette su ciò che è l'America. Tesse le lodi democratiche di spada, benda e bilancia e, allo stesso tempo, è impietoso nei confronti di un sistema che mette la vita delle persone nelle mani di cittadini inesperti e incapaci di profonda obiettività. Il ritratto è desolante. Il giurato numero 2 è distratto dal mercato azionario, il numero 7 dalla partita di cui possiede i biglietti, il numero 10 da un malessere che necessità di letto e aspirina. Chiudere alla svelta e andarsene a casa è l'obiettivo primario messo in discussione da un unico guastafeste. La disamina del caso permette a Lumet di mettere a nudo i pregiudizi del paese: quello della "società bene" verso i cosiddetti "bassifondi", quello verso gli stranieri, rappresentati dal giudice numero 11, quello generazionale che appare di gran lunga il più evidente.

Alla fine della guerra con gli anni Sessanta alle porte a decretare un grande cambiamento culturale, politico e sociale, il film di Lumet ci narra di un paese violento, chiuso e paternalista in cui lo strappo tra padri-padroni e figli ribelli è pronto ad produrre un'insanabile lacerazione. La cultura americana è ancora quella del far-west, la giustizia è sommaria, il pregiudizio equivale ad una condanna.

 

Jack Warden, Ed Begley, E. G. Marshall, Lee J. Cobb, Henry Fonda

La parola ai giurati (1956): Jack Warden, Ed Begley, E. G. Marshall, Lee J. Cobb, Henry Fonda

 

"Twelve angry Men" si avvale di una scrittura perfetta e di un cast eccezionale in cui il bravissimo Lee J. Cobb incarna alla perfezione lo spirito conservatore e meschino del paese. Ma in fondo anche per lui c'è spazio di manovra. C'è modo di cambiare, di superare un preconcetto rabbioso scaturito dal ventre. Ci crede Lumet che filma la riconciliazione dalla pancia di un armadio, dalle spalle di una gruccia. Il corpo di un uomo è salvo e forse lo è l'anima rancorosa e gretta del suo accusatore. La notte, intanto, rende più leggera l'aria ed il palazzo di giustizia non appare più così austero e imponente come all'inizio. Tra le colonne che sorreggono le impalcature di un paese tanto possente quanto pesante l'aria è finalmente più lieve.

L'esordio cinematografico di Sidney Lumet è semplicemente folgorante. (V.o.s.)

 

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Ed Begley, Henry Fonda, Lee J. Cobb, E. G. Marshall

La parola ai giurati (1956): Ed Begley, Henry Fonda, Lee J. Cobb, E. G. Marshall

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