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Byzantium

Regia di Neil Jordan vedi scheda film

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La recensione su Byzantium

di OGM
8 stelle

Neil Jordan torna, ed i vampiri sono di nuovo tra noi. Due esseri sanguinari ed immortali si mescolano con l’umanità: sono due giovani donne, madre e figlia, vissute agli inizi dell’Ottocento, straziate dalla brutalità maschile, e dannate interiormente da un rancore diventato eterno. Clara e Eleanor si muovono attraverso il presente con lo sguardo rivolto al passato, a ciò che non può essere dimenticato, perché è rimasto impresso nella carne: Clara, venduta da ragazzina alla tenutaria di una casa chiusa, continua ad esercitare il mestiere più antico del mondo, mentre Eleanor è intimamente consumata da quel terribile segreto che non riesce a tenere nascosto. Si può, come Clara, restare nell’ombra per odiare, sfruttare, ingannare il prossimo, ma non per amarlo: il sentimento sincero è infatti figlio della luce, quella che ad Eleanor è stata crudelmente negata. Le due protagoniste rappresentano i due opposti volti di una dura battaglia combattuta per riprendersi il maltolto: la dignità, la libertà, il diritto ad essere accettate per quello che sono. La loro guerra, un’impresa silenziosamente cruenta e sinuosamente rapace, segue il ritmo stentato di un rantolo di morte. Intorno a loro, le nebbiose atmosfere irlandesi si fondono con una cupa aura da romanzo gotico, trattenendo le emozioni dentro una sorda vibrazione elettrica. Si direbbe che il film fatichi a respirare quell’aria così densa di dolore soffocato, di delitti commessi senza passione, di prodigi che odorano di inferno. L’alito pesante della irrimediabilità impregna l’antico romanticismo della storia fino a stenderlo al suolo, ad appiccicarlo alle cose come una patina viscida. Su quella superficie, così sgradevole al tatto, la narrazione non scorre, esita. si incaglia nel divieto di dire tutto, di evadere dalla reticenza che si addice al mistero: questo limite stilistico è l’espressione più genuina del dramma di non poter aprire l’anima al mondo e mostrare la propria vera identità. Clara cela la sua voracità dietro un seducente travestimento da maliarda, Eleanor cerca invece di soddisfare la sua fame di sangue imboccando la strada del male minore, o magari della pietà, scegliendo le sue vittime tra gli anziani malati, indigenti, o comunque stanchi di vivere. Si sazia di loro, affrancandoli dalla miseria. Ma un giorno, sul suo cammino, compare Frank, un giovane che soffre di emorragie, e del quale sarebbe quindi facile nutrirsi, se non fosse che questo gesto le spezzerebbe il cuore e distruggerebbe, per sempre, i suoi sogni di felicità. Quel ragazzo è la porta verso un futuro diverso, un miraggio di normalità che, però, mal si concilia con la sua natura bestiale, che la costringe a uccidere i propri simili con l’inganno per potersene cibare. In lei il paradosso diventerà tormento e sfocerà nella ribellione contro il patto ancestrale che la tiene prigioniera dell’orrore. Clara non la seguirà nella fuga, e cercherà, invece, di trovare una nuova strada all’interno di quel vincolo che da sempre la definisce, quale eroina orgogliosa, autonoma e dominatrice. Come nella mitologia greca, il dilemma è un male che contagia anche le creature sovrumane, esponendole all’errore ed obbligandole a scegliere. Byzantium è un racconto volutamente malfermo,  come ondeggiante nell’attesa di prendere coraggio e fare chiarezza: il fantastico si arrende all’irresolutezza della realtà terrena e, dolcemente, l’accompagna lungo i percorsi accidentati delle sue incertezze.

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