Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Nino Manfredi è perfettamente a suo agio in un ruolo alla Sordi; Anni ruggenti è una commedia amara, come si usava (meglio: osava) fare in quegli anni, solo in apparenza leggera, ma portata avanti con un neppure troppo sottile tono di denuncia. La sceneggiatura di Ettore Scola, Ruggero Maccari e del regista Luigi Zampa – che non ha mai nascosto la sua passione per una cinema di intrattenimento, ma dai contenuti di critica sociale – è solida quanto basta: le piccolezze dell'italiano medio in epoca fascista sono man mano scoperchiate e messe all'indice, suggerendo naturalmente un parallelo con l'attualità (del 1962, ma non solo: il discorso è purtroppo valido ancora oggi). Pur non essendo fra i titoli più celebrati di quel florido periodo del cinema nostrano, il quadro d'insieme di Anni ruggenti funziona a meraviglia, i personaggi sono delineati con sufficiente cura (pur tendendo alla caricatura e alla macchietta) e il risultato è senz'altro piacevole; a nobilitare il tutto ci sono le presenze tra gli interpreti di Gino Cervi, Salvo Randone, Gastone Moschin, Michèle Mercier e, in un cameo autoreferenziale, Fanfulla (alle prese con un gustoso numero di avanspettacolo fascistissimo). 6,5/10.
Manfredi, assicuratore romano, arriva in un paesino barese e viene scambiato per un gerarca fascista. Le bassezze della gente si riveleranno appieno, almeno fin quando sarà Manfredi stesso a smascherare la sua vera identità.
(Re-visione 10/9/21)
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