Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Siamo nel 1937, anno XV dell'Era Fascista. In un comune del Meridione la giunta locale riceve la soffiata dell'arrivo di un gerarca del governo in incognito per indagare sulle attività dell'Amministrazione comunale. Decisi a fare la migliore figura possibile, il sindaco e i suoi assessori si prodigano per migliorare l'aspetto del paese, nasconderne le difficoltà sociali (comprese le grotte in cui vive gran parte della popolazione), e presentare solo gli aspetti trionfalistici della propaganda del regime oltre a vari aspetti ludici.
Peccato che colui che credono essere l'ispettore in realtà è solo un assicuratore di Roma arrivato lì per stipulare delle nuove polizze...
Il film di Zampa è un ennesimo riadattamento in tempi moderni di una novella di Gogol "L'ispettore generale".
Su questa base soggettistica si poggia però il messaggio di denuncia che, attraverso la satira sociale, ripropone il tema della "casta" al potere (qualunque sia il regime) che si appropria della cosa pubblica per ottenerne scopi e vantaggi personali.
Girato tra l'altro in una Matera che solo pochi anni prima aveva visto l'affrancarsi della polazione dalla vita nelle grotte in totale promiscuità con gli animali, il film sfrutta la valente abilità dei migliori attori comici degli anni '60 alternandoli a scene in puro stile di neorealismo, con personaggi non professionisti che parlano in dialetto locale, mentre le scene sono girate in ambienti degradati a indicare lo stato di abbandono e di miseria.
Il finale agrodolce vede emergere la presa di consapevolezza, una sorta di fine dell'innocenza, da parte dell'assicuratore; mentre l'arrivo del vero gerarca spazza ogni dubbio sull'intento del Potere che è di soddisfare chi potere ce l'ha, angustiando chi invece non ce l'ha mai avuto.
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