Regia di Hong Sang-soo vedi scheda film
Ho affrontato la visione della pellicola con le migliori intenzioni, memore di passate esperienze positive con film coreani (in lingua originale). La mia baldanza si è presto smorzata, ed è stato arduo guadagnare i titoli di coda, il tutto si è rivelato una esperienza sofferta. Consapevole di essere una voce fuori dal coro di universale plauso dei cinefili nei confronti di questa opera, devo affrontare la dura realtà: di cinema non capisco alcunché. Ma poiché la mia indole mi impedisce di arrendermi senza pugnare, e dato che il cinema è, suppongo, un linguaggio, vorrei almeno esaminare alcuni elementi oggettivi, tralasciando quelli soggettivi, sui quali si può disquisire ad libitum. Montaggio: irrilevante. Fotografia: non pervenuta. Colonna sonora: niet. Scenografia: la località balneare della Corea del Sud nel periodo invernale è la quintessenza dello squallore, una scelta si presume ben ponderata, ma che lascia comunque nello stomaco una sensazione desolante, al contrario di una pletora di altre pellicole nelle quali scenari apocalittici sono esteticamente affascinanti. Sceneggiatura: ci si sorbisce per tutto il film un inglese del tipo "The book is on the table" di aldogiovannigiacomiana memoria, un filino più espressivo del linguaggio dei segni. Ma non è finita qui: moltiplicate tutto per tre, perché situazioni e battute sono ripetute in modo sostanzialmente identico nei tre atti, cambiano solo i vestiti della Huppert. La cosa personalmente mi risulta alquanto penosa, in quanto evidentemente soffro di una sindrome che mi rende insofferente alla ripetizione, per cui ho ricavato dalla visione della pellicola le stesse sensazioni che mi dà l'ascolto di una canzone di Lady Gaga. Movimenti di macchina: parliamone. Ho usato un eufemismo: siamo ai livelli dei filmati amatoriali dei matrimoni, o in altre parole si può rilevare in questo caso un notevole regresso nei confronti di quelli di Méliès. La regia (Opera di coordinamento generale e di direzione artistica di uno spettacolo cinematografico - Zanichelli) è la summa delle scelte operate, che oltre al soggetto e alle interpretazioni degli attori, sui quali dichiaro la mia incompetenza, comprende anche gli argomenti testé esaminati. L'unico elemento che ha soddisfatto la mia (evidentemente scarsa) sensibilità estetica è stata la capacità di composizione delle inquadrature, che ho trovato in alcuni momenti decisamente felice.
A questo punto mi sorge un atroce sospetto: i film di Bergman, Lang, Murnau erano commerciali?
Mohang, Corea del Sud: madre e figlia fuggono da una situazione economica disastrosa, la figlia per ingannare il tempo comincia a scrivere tre copioni che hanno per protagonista Anne, una signora francese che visita la località balneare.
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