Regia di Claude Miller vedi scheda film
L’ultimo film di Claude Miller è indubbiamente perfetto nella sue realizzazione, dall’accurata ricercatezza storica di costumi e scenografia alla fotografia, montaggio e regia che non spingerei a definire più in là di “giusti”. In particolare Audrey Tatou è stata particolarmente brava nell’interpretare il personaggio di Therese e nell’esprimere tacitamente le sue emozioni e le motivazioni delle sue azioni.
A parte questo il film ha un grande problemone: è noioso. Io che nemmeno ho letto il libro, dopo il breve prologo in cui ci viene presentata una giovane Therese che afferma “voglio vivere avventure ed essere libera”, ho capito perfettamente che nel suo personaggio era già instillata la sofferenza (o l’indolenza) di una vita coniugale. Addirittura si è portati ad odiarla e a schierarsi dalla parte del buon marito, innamorato e non corrisposto, perché certo la prigionia delle mura domestiche è un concetto presente solo nella mente della donna. Ecco, dopo i primi dieci minuti sappiamo già che strade prenderà la sceneggiatura, e la parte tecnica non regala particolari emozioni. Un film ben realizzato quindi, ma che, per dirla alla Paolo D’Agostini, non trasmette un senso di necessità.
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