Regia di Ben Nott, Morgan O'Neill vedi scheda film
Australia, anni 70. I due fratelli Kelly, Jimmy (Xavier Samuel) e Andy (Myles Pollard), crescono vicino al mare con la madre diventando assi del surf. L’acqua è il loro elemento naturale, e se ne accorge il fotografo specializzato in sport acquatici Sam Worthington, qui irsuto come Wolverine. È lui a voler tirare fuori i due ragazzi dai guai, perché se Andy intende sfruttare legalmente il talento del fratello nel disegnare tavole da surf, Jimmy si mette nei pasticci con uno spacciatore di droga (ma al contempo diventa l’asso del mare). Filone ormai consolidato del cinema americano, o meglio californiano, il surf movie, come la surf music, vive di regole proprie e stereotipi quali la simbiosi tra personaggio e natura, le canzoni dei Creedence Clearwater Revival (qui Run Through the Jungle), i muscoli e il testosterone (pare non esistano surfisti brutti). Gli echi del mito di Un mercoledì da leoni sono lontani, ma non è da sottovalutare questa variante ozploitation (la serie B australiana); gli antipodi, del resto, sono il miraggio di ogni buon surfista, come ricorda Patrick Swayze in Point Break. Punto di rottura. Un po’ insapori e incolori i due attori protagonisti, ma il legame dei loro personaggi con la madre, aiutata in un flashback in bianco e nero ambientato dieci anni prima a fuggire dalla violenza del padre, è inedito per un film che vuole comunque essere, prima di tutto, balneare.
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