Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Nello stesso giorno in cui Piotr supera l’esame per diventare avvocato, Jacek girovaga per le strade di Varsavia senza avere niente da fare; inquieto e rabbioso finisce per uccidere un tassista che incontra sulla sua strada.
Film davvero potente di Kieslowski sulla genesi della morte. Con un lungo flashback, che poi flashback non è fino in fondo; il regista ricostruisce una storia di violenza e dolore che coinvolge tutti i protagonisti. Il film ruota attorno alle due sequenze cardine, girate in modo davvero efficace, con la semplicità e la crudezza del dettaglio tipica del regista polacco, dell’assassinio del tassista e della applicazione della pena di morte. Entrando nella profondità dei personaggi Kieslowski invita a riflettere su quello che c’è dietro ciò che appare in modo manifesto. Se il tema portante è quello dell’applicazione della morte, soprattutto quella applicata dalla giustizia, parallelamente il discorso approfondisce il tema del giudizio. I personaggi francamente detestabili, di fronte alla prospettiva della fine mostrano un’altra umanità che rende comprensibile, in parte, anche la motivazione che li porta ad agire in modo drammatico. Di fronte al continuo capovolgimento della prospettiva non rimane che sospendere ogni tipo di giudizio e ascoltare le emozioni che suscitano gli eventi della vita.
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