Espandi menu
cerca
J'enrage de son absence

Regia di Sandrine Bonnaire vedi scheda film

Recensioni

L'autore

fratellicapone

fratellicapone

Iscritto dal 16 marzo 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 13
  • Post -
  • Recensioni 281
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su J'enrage de son absence

di fratellicapone
8 stelle

Per un genitore la morte di un figlio è sicuramente il dolore più devastante e incolmabile ed è questo il tema del film. Non si capisce subito, sembra quasi che l’assenza di riferisca alla ex moglie ora sposata e madre di un bellissimo ragazzino (Paul). La storia è ambientata in una qualche città della Francia dove Mado, una giovane donna vive con il marito e il figlio. Mado prima di questo matrimonio era stata sposata con Jacques e avevano avuto un figlio morto a quattro anni in un incidente di macchina mentre era alla guida Jacques, il padre.

Jacques è andato a vivere negli Stati Uniti ed è un architetto di successo e dopo dieci anni torna in Francia per la morte del padre e per regolare la successione del patrimonio. Il ritorno nella città in cui, dice poi, c’è stata l’unica sua vita sconvolge Jacques che riesce a individuare il ragazzo e la madre e a diventa in qualche modo partecipe, con lo sguardo e il seguirne i percorsi, della loro vita. Jacques telefona a Mado, si rivedono e lui le chiede di poter conoscere Paul. La presenza del bambino, un piccolo-grande attore, e poterlo continuare a vedere diventa lo scopo della vita di Jacques. Dona, all’insaputa di tutti, il patrimonio ereditato al bambino e riesce a vederlo al di fuori del controllo della madre. Non parte più per gli Stati Uniti e con l’aiuto di Paul si rifugia nella cantina della casa per avere la possibilità di incontrare il bambino.

Tra i due nasce un fortissimo legame e Paul in qualche modo sente in lui la paternità del fratello morto e di cui tutti i giocattoli sono conservati in uno scatolone in cantina.

Jacques rimane nella cantina finché poi i genitori se ne accorgono e il padre di Paul forzerà la cantina dove Jacques si è rinchiuso e con la forza lo caccia via.

E’ un film che si fa seguire senza momenti di stanchezza. E’ toccante la naturale complicità che si crea tra il Paul e Jacques e la capacità di quest’ultimo di ritrovare un sentimento di paternità che la vita gli ha strappato via dieci anni prima. Per lui, come lui stesso dice a Mado, la sua vita si è fermata con la morte del figlio e la separazione da Mado.

Gli attori sono molto bravi. Bravo il ragazzo, immediato e spontaneo, in grado di percepire istintivamente la sofferenza dell’uomo che vive sottoterra come un morto (proprio questo gli dice il bambino) e nel porsi delle domande molto tranchant (…se non fosse morto mio fratello io non sarei mai nato...). Bravo Hurt nella parte di Jacques e nel suo guardare una vita che non gli appartiene ma che avrebbe potuto essere la sua e nel volere a tutti i costi farne parte, un desiderio ovviamente impossibile ma la forza del dolore mai superato non glielo fa capire. Brava la madre nel poter ritrovare in lui l’unica persona con la quale può condividere il ricordo del figlio morto e nella pena che prova per lo strazio di Jacques che è rimasto anche lui in qualche modo ucciso in quell’incidente.

 

Come ha segnalato hupp la trama riportata dalla redazione del sito è stata scritta da uno che non ha visto il film. La madre non nasconde Jacques in cantina. Tutto avviene tra Jacques e Paul che riescono a tenere la cosa nascosta per giorni.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati