Regia di Vito Cea vedi scheda film
«Il limone è stringente, in questo momento in cui mi sto cacando sotto». È questa l’unica concessione alla volgarità di una commedia tutta pugliese, che gioca coraggiosamente la carta della sobrietà di toni per narrare le vicende di Lello Morgese, comico di paese in crisi creativa dopo traumatica separazione. La moglie lo lascia con l’accusa di rientrare tardi la sera e di non farla più ridere come una volta. Ha ragione lei, anche al di là della narrazione di fantasia: nel one man show di Lello, praticamente sempre in scena, non c’è mordente. Uccio De Santis ce la mette tutta, ma è la scrittura (del personaggio, dell’intera storia) a procedere stanca tra snodi narrativi prevedibili e battutine devitalizzate da animazione di villaggio vacanze. «Lo so io come sono i tuoi spaghetti saltati. Prima butti la pasta, e poi mi salti addosso». Appunto. Per superare la depressione, il nostro mago della risata intraprende un pellegrinaggio regionale in cerca dei suoi fan. Lo sceneggiatore De Santis prova a costruire una struttura centrale da road movie, ma si ingolfa presto nella macchinosa ripetitività del meccanismo viaggio/sketch annacquato da macchiette del luogo/ripartenza. La regia di Cea non si prende rischi, limitandosi a un uso scolastico della camera e dell’illuminazione, attestandosi su standard da media televisione nostrana. Non me lo dire è una commedia innocua: non sporca, non infastidisce, non fa ridere proprio mai.
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