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Cosimo e Nicole

Regia di Francesco Amato vedi scheda film

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La recensione su Cosimo e Nicole

di lauraonair
6 stelle

Cosimo e Nicole, di Francesco Amato, Italia 2012, 101. Vertice del G8, luglio 2001: all’interno di un’accesa guerriglia urbana a Genova, tra gli scontri dei manifestanti, si incrociano due sguardi, quello di Cosimo e Nicole. Un episodio carico di violenza permette ai due di incontrarsi: la giovane francese Nicole (Clara Ponsot) rimane ferita durante una protesta tra le polveri dei fumogeni. Cosimo è interpretato da uno Scamarcio che seppure abbia superato la fase adolescenziale di Tre metri sopra il cielo sembra non aver abbandonato l’amore furibondo e incosciente di quegli anni. Il ragazzo salva Nicole, nasce una passione travolgente che li condurrà inFrancia, dove lavoreranno per un periodo in un centro commerciale, e poi di nuovo a Genova.
Un vitalismo spensierato contraddistingue i due giovani: una coppia con uno stile di vita “precario” ma solida nei sentimenti che sembra vivere senza l’ansia del futuro.
Cosimo sembra trovare una stabilità lavorativa all’interno di una piccola ditta che organizza concerti, insieme a Paolo, cinico manager. Sarà tuttavia un incidente, che vede coinvolto l’immigrato Alioune, a mitigare la loro euforia e a compromettere l’amore tra i due giovani. Una tragedia che condurrà i due protagonisti a un duro scontro con la realtà, dove la spensieratezza fa spazio alla riflessione e al senso di responsabilità.
Francesco Amato riesce abilmente a costruire un ritmo che si fa incalzante, grazie ad una regia che “pedina” i personaggi e attraverso flashback fa raccontare la storia in prima persona a Cosimo e Nicole, e sostenuto dalle esibizioni dal vivo di gruppi rock alternativo che scandiscono il crescendo di tensioni.
Tuttavia, non appena il film si traveste da “road movie”, sembra perdere veridicità. Questo viaggio di purificazione dai sensi di colpa che i due intraprendono insieme ad Alioune, aggiunge un ulteriore tematica alla storia, quella dell’immigrazione (oltre al G8 e alle morti bianche).
Ma spesso si ha l’impressione che le tematiche sociali siano un superficiale tentativo di dare un tono alternativo e impegnato alla centrale storia d’amore che si conclude con un finale scontato, buonista e troppo consolatorio.
Laura Nannelli

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