Regia di Umberto Carteni vedi scheda film
Un avvocato rampante milanese sui quarant'anni vive per il suo lavoro; quando si trova a dover fronteggiare un'avvocatessa francese, bella e spigliata, in un caso di rilevante importanza, non esita però a tentare di sedurla. E ci riesce, complicando ulteriormente la situazione.
Il romanzo omonimo di Federico Baccomo viene traslato sul grande schermo con una sceneggiatura dall'autore scritta insieme a Francesco Bruni, Alfredo Covelli e al regista; quest'ultimo, Umberto Carteni, è alla seconda prova registica dopo un decennio trascorso come assistente (fra gli altri di Giuseppe Tornatore e Peter Del Monte) e l'esordio promettente di Diverso da chi?, nel 2009. Abbandonati i toni ironici e le coraggiose idee dell'opera prima, Carteni si adegua con Studio illegale ai tempi che corrono e realizza un'innocua - per quanto ben confezionata - commediola con il re dell'innocuità come protagonista, ossia Fabio Volo. Un film nel quale i luoghi comuni vengono volontariamente calcati a ripetizione, ma che comunque non offre granchè oltre a un senso di già visto e di facile stereotipizzazione; non c'è satira, non c'è sarcasmo, non c'è denuncia, c'è solo entertaining e pure di modesto livello. Alla pellicola prendono parte anche Ennio Fantastichini, la francese Zoé Félix (vista nel successo d'oltralpe del 2008, Giù al nord, di Dany Boon), Nicola Nocelli e due 'guest stars' del calibro di Erika Blanc e Isa Barzizza. Soprattutto alla luce degli apprezzabili risultati della sua precedente regia, qui Carteni sembra lavorare con il freno a mano tirato; Fabio Volo come attore è senz'altro migliorato dal debutto in Casomai di Alessandro D'Alatri, dieci anni prima, ma lascia comunque ancora parecchio a desiderare. 3/10.
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