Regia di Umberto Carteni vedi scheda film
Nella Milano da bere 2.0 i docenti vanno a letto con le alunne, i manager scelgono le segretarie esaminandole da dietro e i contratti si firmano ballando Shake Your Booty con un paio di escort. Niente di nuovo sotto il sole di Carteni che, dopo Diverso da chi?, (ri)scopre l’acqua calda nella storia di uno squal(ètt)o travestito da avvocato ma di animo romantico, inevitabilmente destinato a innamorarsi della controparte francese dopo l’iniziale approccio da “una botta, una firma e via”. L’incipit dedicato alla Fiat 500 - con tanto di frenata in campo totale a farci vedere quanto l’Abs sia “di categoria” - dovrebbe inquadrare il personaggio, ma finisce col sembrare un fastidioso spot preproiezione. Seguono siparietti risaputi e trivialità assortite in battutine stanche, con andate e ritorni sentimentali in sfiatate coazioni a ripetere. Mancano le risate, il ritmo e la voglia di stupire in sede di scrittura, mentre la ricercatezza registica finisce per essere controproducente. Se la commedia degli equivoci classica ha costruito le proprie fortune mettendo la macchina da presa al servizio di personaggi dall’enorme presenza scritta e recitata, la camera di Carteni tenta invano di coprire con ammirevoli ma superflui svolazzi in panoramica la bidimensionalità di protagonisti passati da troppe mani (ben quattro sceneggiatori!) e interpretati da Fabio Volo e Zoé Felix, le cui espressività paiono quelle di due scaldabagno.
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