Regia di Juan Carlos Medina vedi scheda film
Nel 1931, a Canfranc, un villaggio spagnolo ai confini con la Francia, alcuni bambini si danno fuoco per gioco, altri si strappano le unghie ed altri ancora incidono i propri corpi con delle lame: riconosciuti affetti da un misterioso disturbo che li rende insensibili al dolore fisico e quindi potenzialmente pericolosi per sé stessi e per gli altri, vengono internati in un istituto correzionale dove, qualche anno dopo, un medico ebreo in fuga dalla Germania nazista, il dottor Holzmann, li prende in cura cercando di educarli alla coscienza della sofferenza.
Circa ottant'anni più tardi, nella stessa regione, dopo essersi salvato da un incidente stradale nel quale ha perso la vita la moglie incinta (mentre il feto di sei mesi è stato estratto e messo in un'incubatrice), David, che di professione fa il chirurgo in un ospedale, viene sottoposto dai suoi stessi colleghi alle analisi di rito, che evidenziano la presenza di un cancro: l'unica maniera per tentare di opporsi al decorso è sottoporsi ad un trapianto di midollo osseo, preferibilmente donato da un familiare per ridurre i rischi di un tragico rigetto; recatosi dai genitori per esporgli la situazione, si sente però rispondere che loro non possono far nulla, scoprendo di non esserne in realtà il figlio biologico.
Insensibles, lungometraggio d'esordio di Juan Carlos Medina, sviluppa in parallelo due linee narrative distinte con lo scopo di portarle man mano in relazione: nulla di nuovo sotto il sole, dunque, ma la proposizione di uno schema che se ben gestito ed equilibrato può portare comunque ad esiti soddisfacenti. A conti fatti, però, sembra proprio l'equilibrio il grande assente in un'opera che, se non è certo da buttare, è ben lontana dal potersi definire riuscita. Medina infatti non riesce ad infondere ai due diversi racconti la medesima carica drammaturgica, definendo discretamente l'orrore cui sono soggetti i ragazzini affetti dallo strano gap sensoriale (soffermandosi sulla parabola di Benigno, tra tutti il più ribelle) ma rendendo assai meno avvincenti le ricerche che David svolge riguardo le proprie origini; inoltre offre all'intreccio una soluzione tutt'altro che imprevedibile, peraltro ispirandosi a canoni di realismo che finiscono disattesi per via di alcune forzature che allontanano la verosimiglianza e rischiano di compromettere il pathos e la tensione.
Ammantato nella parte migliore - quella ambientata nel passato - di un'atmosfera claustrofobica e convincente, legata alla peggiore da un montaggio attento e da un ritmo sufficientemente sostenuto, Insensibles intraprende un percorso privo di grosse sorprese verso un approdo che è compiuto e che chiude il cerchio, ma sembra non sfruttare a fondo il potenziale immaginifico che l'idea di partenza possedeva in nuce.
In conclusione, il film di Medina può essere serenamente definito un thriller con venature horror sostanzialmente onesto, capace di assicurare un centinaio di minuti di intrattenimento a suo modo 'piacevole', ma destinato a lasciare nella memoria poche tracce di sé.
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