Regia di Bruno Paolinelli vedi scheda film
Se non fosse per il mestiere dei quattro cavalli di razza in gioco (ovviamente mi riferisco ad Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Peppino e Titina De Filippo), seppur non al loro meglio, il film si rivelerebbe per quel che realmente è, una zoppa sequela di scenette di dubbio divertimento incentrata sulla domenica di una manciata di servette del condominio preso in esame. Inesistente la regia, flebile e debole la sceneggiatura a cui hanno messo mano in troppi (compreso Ettore Scola), raramente piacevole. Meno male che il sor Aldo ci mette un po’ di impegno (ma quei baffoni sono roba da Bagaglino) e che donna Titina nobiliti un tantino la questiona: Sordi ha poco da fare (ma, essendo la gallina dalle uova d’oro dell’epoca, si becca il nome del titolo alternativo, Alberto e i pappagalli), e Peppino offre qualche guizzo, specie quando viene accusato di essere uno della “controscuola” che non apprezza l’arte contemporanea. Per il resto, lasciate perdere. E il titolo, come direbbe Di Pietro: che c’azzecca?
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