Regia di Lucas Belvaux vedi scheda film
Un quartiere popolato da gente ordinaria, "normale" la si definirebbe, come in molte altre realtà in cui ci si può riconoscere. Un quartiere come tanti che viene scosso dall'omicidio di una ragazza, ma qui non c'è mafia o criminalità organizzata, non c'è la paura di ritorsioni contro chi ha visto ma non ha voluto dire niente. E' qualcosa di diverso e proprio per questo probabilmente più destabilizzante perchè emerge l'impotenza e l'ignavia di una comunità che non può essere più chiamata tale. 38 testimoni che diventano 38 complici di un assassinio sotto i colpi delle pugnalate e soprattutto dell'indifferenza. E' una pellicola che colpisce e mi ha colpito nel profondo, dallo sviluppo lento ma implacabile, che inizia come un film di genere per poi abbandonarlo, perchè non è la scoperta dell'assassino la cosa importante, ma il come ed in quale contesto l'elemento più interessante. Il film descrive la morte di una comunità di persone rinchiusa ognuna di loro all'interno delle proprie mura, lo sguardo passivo ed indifferente. Molto bella la catarsi finale, la ricostruzione del delitto, quelle grida che peseranno come un macigno sulla coscienza collettiva.
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