Espandi menu
cerca
Il figlio dell'altra

Regia di Lorraine Levy vedi scheda film

Recensioni

L'autore

GIMON 82

GIMON 82

Iscritto dal 7 marzo 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 107
  • Post -
  • Recensioni 467
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il figlio dell'altra

di GIMON 82
8 stelle

Joseph e Yacine.......
Figli della nazione,divisi da una striscia di odio,guerra e virilita' gratuita.
Joseph e Yacine giovani coi sogni in tasca,aldila' di divisioni etniche e culturali.
Il mondo per loro ha il senso dei colori o della musica,delle spiagge o dei tumulti adolescenziali.
Sono vite "comuni",di ragazzi "simili" nell'esistenza,divisi da una striscia.
Quella striscia che porta antiche rivalita' e guerre,in nomi di predomini territoriali e invasioni coatte.
Israele e Palestina,due stati annebbiati da anni di acredine culturale e religiosa,dove  comandano i dogmi dei Rabbini o delle intifade.
Joseph e Yacine non hanno "scelto" da che parte stare.
Sono stati scambiati dal boato di bombe e destini.Si sono ritrovati ragazzi,a masticare culture ed esistenze non "proprie"
ma dettate da un gioco superiore.
18 anni è l'eta della chiamata alle armi in Israele,un dovere da assolvere ad occhi chiusi,in nome del populismo gratutito.
E' l'orda del nazionalismo che chiama,ma adesso sara' una rivelazione  sconvolgente a stravolgere vite familiari e adolescenze da sognatori.
Joseph è Yacine,Yacine è Joseph.........
Adesso i figli "della nazione" divengono "Figli del cuore"......
E' il messaggio profondo della regista Lorraine Levy.
Su un argomento scottante e strabusato da litri d'inchiostro e celluloide.
Lo sguardo sulla guerra Israelo/Palestinese assume significati densi d'umanita'.
Piu' che guardare in faccia al conflitto con strascico di sangue e morte,la regista francese parla di ragioni del cuore.
La lente è quella di due donne,e sopratutto madri,Orith e Leila,stravolte da una maternita' "sconosciuta",ritornata al loro "ventre" dopo 20 anni.E' la sensibilita' femminile e l' istinto materno a centrare il cuore della pellicola.
Tematiche profonde al centro di un maschilismo conclamato,attento all'immagine dura e virile,piuttosto che alla vita stessa.
L'uomo è padrone di casa,porta con se l'istituzione di un conflitto terreno,affonda le sue radici nelle durezze caratteriali e nel colore delle bandiere.
La paternita' presentata dalla Levy è rigida,piantata su credenze nazional popolari,false e retoriche.
I due ragazzi nonostante gli stravolgimenti esistenziali,subiscono l'ascendente materno diventando solidali tra loro.......
E' sempre il cuore a vincere nel film della Levy,seppur assecondando il fascino della retorica e del sentimentalismo,
la regia non scende a compromessi.
Parla allo spettatore con la lingua universale del sentimento,fluttuando tra rabbie fraterne e paterne,rimanendo a galla grazie alla delicatezza della sceneggiatura.
Uno script gradevole e ben articolato,pur nei bastioni della prevedibilita' il film scorre piacevolmente.
Di certo trattando tali temi si corre il rischio di cadere nella ruffianeria o in compiacenze gratuite.
Ma l'intelligenza della Levy è quella di evitare tali formalismi,assecondando formule umaniste sempre vincenti.
La guerra,il tradizionalismo,con il canovaccio di etiche e rituali virili,si sgretola,corrompendosi al senso d'amore e amicizia materno.
Non poteva essere che una donna a dirigere il timone di questa storia,cosi' dolce,"ruvida" (a tratti) e pregna di un "cuore" che batte forte.......

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati