Regia di David Twohy vedi scheda film
È inutile, non c'è Toretto o XXX che tengano, il miglior personaggio portato sullo schermo da Vin Diesel rimane l'implacabile Riddick. L'assassino fotosensibile protagonista dell'intramontabile Pitch Black e del meno entusiasmante The Cronichles of Riddick. Arrivati al terzo capitolo e superate le superflue derive imperialistiche del secondo film, il nostro torna in una dimensione a lui più congeniale: quella del recluso pronto a tutto pur di sopravvivvere e ottenere quello che vuole. Chiusa infatti la parentesi Necromonger (ma per quanto?), ritroviamo questo antieroe per eccellenza in un pianeta sconosciuto dopo essere stato raggirato dai suoi stessi soldati. Pianeta ovviamente ostile in cui ancora una volta incombe un pericolo alieno e mortale. Un ritorno alle origini per David Twohy che ripristina le medesime dinamiche di racconto che fecero la fortuna del personaggio all'inizio. Forse anche troppo perché anche qui la sensazione di déjà vu è bella consistente (ultimamente pare una condanna) ma è anche vero che la lunga introduzione in solitario aiuta ad arricchire un plot piuttosto risaputo e a renderci, se possibile, quella "leggera" di Riddick ancora più simpatica. Il resto è ordinaria amministrazione, con il solito esercito di mercenari troppo impegnato a cacciare la presunta preda per rendersi conto di esserlo diventati a loro volta. La tensione regge discretamente, gli effetti speciali ben fatti e l'assedio sufficientemente gustoso (efficace soprattutto la fuga disperata sul finale) così come le sadiche freddure del protagonista. Action old style per appassionati ma girato con una marcia (e qualche soldo) in più. Ad ogni modo non c'è da temere, dubito che la storia possa finire qui.
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