Regia di James Gray vedi scheda film
Stavolta anche a chi ignora l'inglese si palesa la fantasiosa creatività con cui i titoli italiani sono soliti intraprendere voli pindarici dagli originali, perché il senso di quest'ultimo è comprensibile e alla portata di tutti. Comunque, venendo ai motivi per i quali mi sento di promuovere e consigliare la visione di questo film (melo)drammatico, rimarco anzitutto le tinte forti delle prove espressive dimostrate da parte degli attori, certo non tali da meritarsi (forse) riconoscimenti esclusivi eppure non per questa ragione meno valenti e degne di considerazione. Ci si smarrisce negli sguardi di Marion Cotillard. Si viene sferzati dalle parole di Joaquin Phoenix. Si simpatizza per le incursioni di Jeremy Renner. Il secondo movente è l'importanza conferita all'interiorità nel caratterizzare in maniera non banale i personaggi, nel delinearne in significato le azioni, nello scriverne i dialoghi con cura e dovizia. Alcuni momenti tra Ewa, Bruno e Orlando sono da manuale. Il terzo stimolo è addotto dalla splendida fotografia, che mi ha positivamente ricordato The Illusionist (2006), per quanto l'accostamento di genere possa apparire improprio o ardito. Infine la quarta motivazione, ultima ma non meno importante, risiede nella storia e nelle modalità secondo le quali è presentata, con sobrietà e confinamento al minimo indispensabile delle nudità, lasciando solo intendere senza mostrare i particolari più spinti, piccanti e scabrosi. Non la si giudichi come una scelta bigotta o ipocrita, bensì la s'interpreti come una precisa scelta di stile in linea con il garbo di un classico. D'altronde non rinuncia assolutamente alla cruda realtà dei fatti e mantiene piena efficacia del suo messaggio. A dimostrazione che l'osé non sottinteso è ingrediente non strettamente essenziale.
1921. Ewa Cybulska e sua sorella lasciano la natia Polonia e navigano verso New York. Quando raggiungono Ellis Island i medici scoprono che Magda è malata e le due donne vengono separate. Sola, senza un posto dove andare e nel disperato tentativo di ricongiungersi con Magda, Ewa diventa presto preda di Bruno Weiss, un uomo affascinante ma malvagio che la prende con sé e la spinge a prostituirsi. L'arrivo di Orlando, illusionista cugino di Bruno, le ridona la speranza in un futuro migliore, ma Ewa non ha tenuto conto della gelosia di Bruno.
Ottima gestione degli attori. Inoltre, dove altri avrebbero abusato delle scene esplicite, preferisce il da tanti ingiustamente bistrattato espediente del non-detto e del non-visto. Plauso per questo.
Delicata e struggente, Ewa Cybulska rapisce il cuore.
Perfetto nel tormento del tenebroso Bruno Weiss.
Singolare apparizione di Orlando il Mago.
Nulla di sensazionale, se non per l'omaggio tenorile a Caruso (ma in quell'anno non era altrove?).
Bene così.
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