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Stoker

Regia di Chan-wook Park vedi scheda film

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La recensione su Stoker

di supadany
8 stelle

Non è da tutti migrare negli States e non lasciarsi influenzare da nulla, laddove questo è più facile che si verifichi.

Vi è riuscito Park Chan-wook che anzi è riuscito anche a stilizzare ancor di più il suo stile, creando un’opera di rara bellezza espositiva che semmai lascia qualche dubbio in più altrove, cioè nelle dinamiche da thriller psicologico che hanno comunque una loro valenza non trascurabile.

Dopo la morte del padre (Dermot Mulroney), nella vita dell’introversa adolescente India (Mia Wasikowska) subentra lo zio Charlie (Matthew Goode) che si trasferisce nella sua casa.

India ha dei sospetti su quest’uomo, ma rimane presto affascinata da lui e lo stesso avviene per sua madre (Nicole Kidman) che ha un vuoto da colmare.

Sarà un vero e proprio scompiglio per tutti, con verità agghiaccianti pronte a venire a galla.

 

 

Prima che di un film, trattasi di una vera e propria composizione artistica e come tale è inevitabile che trasmetta un potente fascino sensoriale.

Formalmente impeccabile, a partire da una casa che diviene una sorta di personaggio aggiunto, tra spazio, oggetti e dettagli a costituire un’eleganza formale estatica, non può comunque che esserci una trama attorno, la quale si dipana con una qualità inevitabilmente minore, ma possiede comunque i suoi spiccati coni d’ombra, il rosso del sangue che si mescola alle tinte nere, un pericolo che piomba su tutti, con un’innocenza pronta a finire (per India), speranze disilluse (sua madre) ed un personaggio ombroso qual è quello dello zio che cela un segreto a dir poco pesante.

E se è vero che ci si muove in un numero limitato di ambienti, la regia di Park Chan-wook è dinamica, tra stacchi repentini e movimenti di macchina decisi, scelte perfette soprattutto quando occorre alimentare le palpitazioni intestine. 

A dir poco vivace il cast; Mia Wasikowska in versione “capelli neri” è molto thrilling, Nicole Kidman trova un barlume di rivalsa (con personaggio destinato alla devastazione) e Matthew Goode ha il fascino disturbante di cui il suo personaggio ha un estremo bisogno.

Stoker” non è un film definitivo, ma prima di tutto conquista lo sguardo e poi riesce comunque a riempirsi quanto basta sul versante narrativo (nel quale comunque non eccelle), vantando picchi di rara malvagità, con personaggi atti a far si che questo accada.

Truce.

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