Regia di Chan-wook Park vedi scheda film
"I figli vengono al mondo per scrollarci di dosso il peso dei nostri fallimenti e delusioni.Sono la nostra riproduzione "in miniatura",quello che non abbiamo fatto noi lo faranno loro......a te pero' auguro che la vita ti metta in ginocchio"
E' una delle frasi piu' significative del neofilm di Park Chan Wook.Pronunciata da una stupenda e fragile Nicole Kidman alla figlia India.Il geniale regista coreano in trasferta negli States disegna un complesso ed inquietante ritratto "di famiglia".
Come la famiglia "Stoker",di cui la giovane India rappresenta gli scomodi segreti.Alla luce di cio' vi è la morte del capofamiglia Richard,deceduto in circostanze misteriose.La dipartita del capofamiglia segna l'inizio d'un viaggio nei meandri oscuri della mente umana.Chan Wook propone un tran tran "edipico" non originale,di certo gia' visto in altre pellicole.Ma è la forma a far la differenza,d'una regia impregnata di estetismo e classe.E poi gli interpreti,a partire dall'enigmatico zio Charlie.L'attore Matthew Gode incarna l'ambigua follia umana,celata sotto uno sguardo mellifluo,carico pero' di male assoluto.Un Anthony Perkins degli anni 2000,nei gesti,sguardi e silenzi.Le donne invece sono l'alveare di sentimenti umani, distorti e dipendenti d'affetto.La giovane Wasikowska si conferma talentuosa,nel caricare di freddezza e bipolarismo una personalita' d'adolescente difficile.Il "trait d'union" tra il misterioso
zio Charlie e India è l' algida Nicole Kidman,vi è tra madre e figlia una sorta di rivalita' e tensione,sia emotiva che sessuale.La regia enfatizza rapporti e sfumature,intercedendo nello strano "menage a trois".Madre e figlia che si contendono le torbide attenzioni di un uomo dal passato oscuro.Come in "Old Boy" il regista coreano carica le immagini di stilemi eleganti.Riprese in primo piano e campi lunghi che sottolineano la follia nascosta in fattezze fascinose.La prima parte è implosiva,nasconde e mostra,senza pero' esplodere.Significativi i passaggi carichi di lucidita' narrativa,Chan Wook sovraespone figure e ambienti nitidi.Servendosi cosi' d'una fotografia cristallina e lucente,dipinge (alla grande) fantasie umane distorte.La giovane India è una sorta di predestinata,porta con se le stigmate d'una difficolta' di relazione,con adulti e coetanei.A tratti ricorderrebbe la "Carrie" di De Palma,nello scansare l'altro sesso sentendosene comunque turbata.Vi è in lei un fondo di solitudine esistenziale,accentuata dalla morte del padre.Allora arriva lo zio,colmando lacune sessuali ed affettive, a scoperchiare tragedie e segreti famigliari."Stoker" è un film che si lascia vedere,trascina con se.Chan Wook "pecca" di autocitazionismo,nel ricercare ad ogni costo brandelli della sua filmografia,da "Old Boy" a "Mr. Vendetta".Si dimostra abile e furbetto nel farlo, consegnando(ci) un opera cruda e violenta sia nelle figure che nelle metafore.La seconda parte si contraddistingue nell'exploit di sangue,quasi assente nella prima parte,piu' silente,visonaria e metaforica.La solitudine e la follia d'animo prendono il sopravvento,in "disegni" e riprese al "profumo" di Tarantino."Stoker" diviene contraltare d'una famiglia controversa,carica di dolori e segreti,su cui non voglio spoilerare.India è l' enigma vivente nel sociale,ritrova se stessa e la sua natura con l'arrivo del parente, lo zio innalza in lei turbamenti emotivi e sessuali.La regia sottolinea aspetti torbidi in riprese indugianti,senza respiro,sui particolari anatomici.India è una visionaria,segue l'universo parallelo che le appartiene,venendone sopraffatta.Lo zio è invece "l'altra meta'" della mela,la completa,è una potenziale "anima gemella".Di mezzo vi è la DONNA Kidman,carica d'erotismo naturale,fragile ed insicuro,e per questo irresistibile.Film che dividera'(ne son sicuro),in passaggi e storia scontati,ma potente e magnetico nella violenta e silenziosa ambiguita'........Voto 7,5..........
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