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Stoker

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Regia di Chan-wook Park

Con Mia Wasikowska, Nicole Kidman, Matthew Goode, Dermot Mulroney, Lucas Till, Ralph Brown, Jacki Weaver, Alden Ehrenreich, Phyllis Somerville... Vedi cast completo

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Trama

Dopo la morte del padre Richard (Dermot Mulroney), il rapporto tra l'adolescente India (Mia Wasikowska) e la madre Evie (Nicole Kidman), donna emotivamente instabile e dalla fragile personalità, diventa ancora più chiuso in una dolorosa incomunicabilità, fino a quando le due ricevono, inaspettatamente, la visita dell'enigmatico zio Charlie (Mattew Goode), che si trasferisce senza alcun preavviso nella loro abitazione. Nonostante i forti indizi che la inducono a sospettare che le reali motivazioni che spingono lo zio a rimanere lì siano ben altre, India comincia a sentirsi pericolosamente attratta dall'uomo e dalle sue maniere.

Approfondimento

STOKER: IL PERCORSO DALLA SCENEGGIATURA ALLO SCHERMO

Il percorso per portare Stoker sul grande schermo è cominciato quando il produttore Michael Costigan ricevette una telefonata da una delle maggiori agenti di Hollywood che gli proponeva una sceneggiatura "anonima". Aprendosi con l'immagine di una giovane ragazza impegnata a suonare il pianoforte mentre un ragno si fa strada sulla sua gamba, la sceneggiatura colpì immediatamente Costigan per la forza con cui la famiglia Stoker persegue le proprie emozioni senza preoccuparsi delle conseguenze delle azioni. Brillanti e perspicaci, gli Stoker vedono cose che gli altri non riescono a vedere e sono ossessionati dalla propria auto-conservazione, rivelandosi disposti a fare tutto il necessario per proteggere loro stessi e impedire a qualcuno di stravolgere le loro esigenze. Protagonista centrale della storia è India, diciottenne introspettiva e all'apparenza docile e remissiva. Anche se India non mostra nulla in superficie, dentro di lei albergano eccessi di emozioni e sensazioni: India infatti ha la capacità di percepire piccoli dettagli che alla maggior parte dell'umanità sfuggono e ciò la travolge e rende inquieta.
Solo dopo qualche tempo, Costigan scoprì che l'autore della sceneggiatura era Wentworth Miller, nascosto dietro lo pseudonimo di Ted Foulke. Per Miller, noto più come attore nella serie tv Prison Break, Stoker ha rappresentato la prima sceneggiatura scritta e per portarla a termine vi ha lavorato per un periodo di tempo di circa otto anni per poi vederla finire nella "prestigiosa" black list degli script difficili da realizzare.
È al coraggio di Costigan che si deve anche l'idea di inviare la sceneggiatura a Chan-wook Park, da sempre uno dei suoi registi preferiti ma totalmente estraneo al mondo di Hollywood.

I PERSONAGGI PRINCIPALI

In oltre venti anni di carriera, il regista Chan-wook Park - vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes 2003 per Old Boy e del Premio della Giuria a Cannes 2009 per Thirst - ha creato un corpus di lavoro unico scrivendo, dirigendo e producendo alcuni dei film più innovativi (è stato il primo filmmaker a realizzare un corto con un iPhone, aggiudicandosi l'Orso d'oro per i cortometraggi alla Berlinale del 2011) e originali del cinema coreano, capaci di coniugare bellezza lirica con atti sconvolgenti di violenza e crudeltà. Stoker, primo film realizzato da Park con produzione statunitense, rientra nella tradizione del suo lavoro e si presenta come un thriller oscuro e inquietante su una misteriosa e isolata famiglia americana, in cui l'allusione metaforica al male è evidente sin dal titolo che omaggia Bram Stoker - l'autore di Dracula - e lascia prevedere quali elementi soprannaturali contenga la storia. Per Park, però, Stoker è prima di ogni cosa il racconto della crescita e formazione di India. Aggraziata ma introversa e confinata in una casa soffocante, India si porta dentro i dolori dell'adolescenza e sogni e fantasie diversi da quelli delle altre ragazze della sua età. La morte del padre Richard (Dermot Mulroney), l'arrivo dello zio Charlie e il conflitto con la madre e i coetanei la conducono però verso una nuova presa di coscienza che le permette di capire quale sia la sua vera identità. Personaggio dalla doppia anima e in sospeso tra due fasi della vita, India è interpretata da Mia Wasikowska, poliedrica attrice ventiduenne con alle spalle diversi ruoli di protagonista (Alice in Wonderland, Jane Eyre).
A gettare ulteriore confusione nella vita di India è l'arrivo, dopo la morte del padre, dello zio paterno Charlie. Vedendolo per la prima volta nella sua vita, India ne rimane affascinata e confusa, cercando di capire cosa l'uomo nasconda e quale sia il ruolo che gioca all'interno delle dinamiche familiari. L'arrivo di Charlie comporta anche la nascita di una tensione sessuale con Evie, la madre di India, da un lato e con India stessa, dall'altro.
Charlie, interpretato da Matthew Goode (attore britannico visto in A Single Man e nei panni del dio greco Ozymandias in Watchmen), è avvolto nel mistero per tutto il film. Le sue motivazioni rimangono oscure quasi fino alla fine e il pubblico non sa mai con certezza cosa gli passi per la mente. Di lui si sa solo che amava suo fratello così tanto da riversare lo stesso sentimento sulla nipote India. In un certo qual modo, Charlie funge allegoricamente da Giovanni Battista, trasformandosi nella figura di un mentore che salta fuori per completare l'istruzione/formazione di India. Per anni, è rimasto in contatto con la governante McGarrick per sapere tutto ciò che riguardava la nipote, senza far trapelare mai quanto sia estremamente complicato e pericoloso per via di sentimenti sbilanciati e distorti che non lo fanno essere affatto uno zio modello.
Ad interpretare Evie, la fragile madre di India, è invece il premio Oscar Nicole Kidman. Sin dalla scena del funerale del marito, si intuisce quanto Evie sia bisogna di affetto e quanto il rapporto con India sia pieno di risentimento e rabbia. Con il suo arrivo, Charlie riempie un posto lasciato vuoto nella vita di Evie ed è la prima persona che dimostra attenzione nei suoi confronti, generando un'attrazione che complica ulteriormente i rapporti tra madre e figlia.
Come la Kidman e la Wasikowska, attrice di origine australiana presente in Stoker è anche Jacki Weaver, nei panni di Gin, la zia del padre di India e di Charlie. Disturbata dal sapere che Charlie vive nella stessa abitazione di India ed Evie, Gin arriva in casa Stoker per valutare la situazione ed è scossa da quello che si trova di fronte: sebbene Charlie non dica a nessuno ciò che desidera da India, zia Gin è una vecchia volpe saggia e intuisce quanto orrore ci sia nell'aria.

UNA DIMENSIONE ONIRICA ED ETEREA

Immagini radianti, camera onnisciente e metafore visive attentamente concepite hanno da sempre contraddistinto le opere di Chan-wook Park, spesso affidate al direttore della fotografia Chung-hoon Chung. Al lavoro insieme per la sesta volta, Park e Chung per Stoker hanno creato una dimensione onirica e carica di erotismo in cui i personaggi si palesano e nascondono a seconda dei tempi, delle angolazioni e delle luci di ripresa. Come è loro abitudine, anche per Stoker ancor prima di cominciare a girare hanno progettato nel singolo dettaglio ogni scena e inquadratura. Concependo un articolato storyboard, Park e Chung hanno preventivato tutta la progressione visiva della storia e deciso come usare al meglio la dimensione ristretta degli ambienti chiusi della casa (realmente esistente e risalente agli anni Venti) in cui questa si svolge. Le scenografie sono invece opera di Thérèse DePrez, fautrice dello stile visivo surreale di Il cigno nero di Aronofsky. A lei Park ha affidato il compito di ridefinire l'aspetto della casa da lui ideato nello storyboard e di creare qualcosa che ricordasse l'aspetto etereo di una fiaba con in scena un cacciatore e una preda circostritti in un ambiente limitato e in uno spazio temporale non definito (nonostante la storia si svolga nell'America contemporanea). Ogni impeccabile elemento d'arredo della casa, dalla carta dei parati agli oggetti sulle scrivanie, è stato scelto con cura per rappresentare la scelta del padre di India di distinguersi dal resto del mondo e molti sono gli oggetti che si ricollegano all'universo della caccia. Le camere da letto, inoltre, presentano forme e colori che più di ogni altra cosa riflettono le psicologie dei personaggi di India ed Evie. Per scelta di Park, anche i costumi di scena - realizzati da Kurt Swanson e Bart Mueller - diventano il riflesso delle evoluzioni dei personaggi.
Poiché la musica gioca un ruolo determinante nella trama, per la scena clou in cui India e Charlie sono seduti insieme al pianoforte Stoker presenta un brano ipnotico scritto dal compositore Philip Glass.

Note

Con il suo stile barocco e calcolato al millimetro, Park crea un universo soffocante pregno di sangue e oscurità: e se la seduzione del male è palpabile, fascinosa, l’impressione generale è però quella di un film prigioniero di eccessive stilizzazioni visive e simboliche, tanto morbose e decadenti quanto in fin dei conti inefficaci, soprattutto perché desiderose di riprendere e risolvere la limpida classicità di Hitchcock.

Trailer

Commenti (8) vedi tutti

  • Feroce ed elegante, ammaliante e conturbante, pregno di una tensione erotica a tratti quasi insostenibile... Da vedere.

    commento di DavideKingInk80
  • Bravi gli attori, bravo il regista... ma la trama è totalmente assurda e senza senso.

    commento di Aiace68
  • Stoker, il cognome della famiglia del film, evoca Bram Stoker (lo scrittore irlandese ottocentesco inventore del Conte Dracula), alludendo - con ogni probabilità - all’atmosfera torbida e oscura che connota, senza vampiri, questo film.

    leggi la recensione completa di laulilla
  • Dal regista coreano -in trasferta americana- della "trilogia della vendetta", un tragico e doloroso dramma di un "interno". Il germoglio della perversione talvolta è insito nel DNA, pronto a dare i suoi (marci) frutti alla prima rivelazione. Un cast da urlo ed un regista al suo massimo per un thriller non originale ma solidamente costruito.

    leggi la recensione completa di undying
  • Un thriller diretto magistralmente, con tempi impeccabili e attori perfettamente nel ruolo.

    commento di slim spaccabecco
  • Thriller psicologico estetizzante tendente all'horror, ben fotografato, ma troppo freddo e vacuo per coinvolgere. Buon cast sprecato.

    commento di Sebmaster
  • Il film è interessante e fatto bene,solo che è lento da morire!

    commento di Blue Velvete
  • BELLO… MA CHE DIRE???!!!

    commento di fralle
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(spopola) 1726792 di (spopola) 1726792
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L’eleganza del male. Qui la banalità non c’entra nulla. Il male è come una malattia genetica che si tramanda di generazione in generazione.  Un virus o più calzante ancora una maledizione che affligge la famiglia alto borghese Stoker . Un cognome che è una dichiarazione di intenti ripescando il cognome del creatore di Dracula, una delle storie gotiche più importanti di sempre per… leggi tutto

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