Regia di John Real vedi scheda film
Horror low budget, buona volontà e scarse idee, Native (da leggersi in italiano) fa parte di quella nube di titoli che rendono il termine “orrore” nome comune di cosa sfinita, almeno in territori nostrani. Il passato è una terra straniera, per Michela, dunque il presente paga pegno: gli errori del padre defunto si abbracciano a storie del folclore locale e ricadono, inesorabilmente, sulla povera, catatonica, figlia innocente. Come? Cercando di soffocarla in una trama che intreccia elementi fantastici a verbose modalità da soap opera regionale, tra prole illegittima e gelosie, drammi quotidiani e tragedie personali. Una recita amatoriale, dove si declamano goffamente righe di dialogo inascoltabili, mentre il ridondante commento musicale (premiato con un Globo d’oro!) arranca nell’utopia di imbastire atmosfere. AAA Cercasi segni di coerenza interna (non di verosimiglianza, per carità): la narrazione apre parentesi e non le chiude, i sublimi momenti spiegone vengono sistematicamente contraddetti, e se non sei Dario Argento è difficile sopravvivere all’estinzione di quella cosa chiamata sceneggiatura. La canzone finale (Globo d’oro!!) è la sola gemma trash di un film che non riesce nemmeno a essere scult. L’unica attenuante? L’età del regista, 22enne, nomed’artemunito come tradizione di genere vuole (e premiato con un Globo d’oro!!!). L’unico mistero? I Globi d’oro, per l’appunto.
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