Regia di Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtes, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau, Gilles Lellouche vedi scheda film
Il film, diretto e interpretato tra gli altri dagli attori francesi Jean Dujardin e Gilles Lellouche, consiste in sette cortometraggi incentrati sui vari risvolti e contesti del tradimento maschile, ricorrendo ad un debole umorismo di grana grossa che, volendosi forse rifare a certe commedie sboccate di produzione americana, ne ricalca noiosamente gli stereotipi in una stanca riproposizione di situazioni già viste o farsesche, prive di profondità psicologica o critica sociale.
Non aiuta la durata difforme dei corti, alcuni davvero troppo brevi e insensati, così come la scarsa poliedricità del duo protagonista che, invece di stupire con personaggi e interpretazioni sempre differenti, si limita ad un modesto cambio di trucco e parrucco nei vari episodi.
Forse l’unico a salvarsi, quantomeno per la recitazione e il tentativo di una trama più articolata, è quello che vede protagonisti Dujardin e Sandrine Kiberlain nel ruolo di una coppia che confessa il reciproco adulterio, ma anche questo episodio si risolve in maniera inconcludente, come se l’intero messaggio suggerito dal film fosse che l’infedeltà sia una condizione inevitabile, patologica e naturale, che non risparmia uomini e donne, sebbene non ne vengano fornite spiegazioni che vadano oltre il livello ormonale.
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