Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Qual è il futuro del cinema? Wim Wenders lo chiede a una lunga lista di colleghi, tra i quali Fassbinder, Spielberg, Antonioni, Hellman, Godard e Herzog.
Approfittando della presenza di una nutrita schiera di colleghi al festival di Cannes, Wim Wenders affitta una stanza d'albergo e invita numerosi registi a recarvisi per rispondere, di fronte a una videocamera accesa, a qualche domanda sul futuro del cinema. La televisione, l'homevideo, il nastro magnetico che soppianta la pellicola, la pubblicità, l'eterno dibattito fra profitto e arte: questi sono solo alcuni tra i tanti argomenti tirati in ballo dai vari intervistati; alcuni tra loro rimangono una manciata di secondi e altri (Godard e Antonioni in primis: cosa che non sorprende, conoscendone le personalità e le idee di cinema) parecchi minuti, qualcuno prende molto sul serio (Spielberg, per es.) la situazione e altri rispondono più evasivamente o con frasi di circostanza... e poi c'è Herzog che si siede, si toglie le scarpe sostenendo che tale gesto sia fondamentale per parlare del futuro del cinema e propone la sue risposte in maniera sbrigativa e con la massima sicurezza, assicurando a questo mediometraggio (44 minuti di durata) anche un siparietto se non comico quantomeno più leggero. Interessante anche il rapporto dei vari personaggi con il televisore acceso appositamente lasciato di fianco a loro da Wenders: Godard commenta ironico che dalla sua posizione non può vedere bene la partita di tennis sullo schermo, Antonioni lo imposta sull'effetto neve, altri non fanno nemmeno caso alla sua presenza. Herzog, appena tolte le scarpe, lo spegne. 6/10.
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