Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film
https://www.youtube.com/watch?v=nYMiNuJJyYM
Sui banchi di scuola è raro che si trovi tempo e voglia per approfondire anche la storia di Solidarno?? e del suo carismatico leader. Ma l’occasione viene offerta dall’ultimo film di Andrzej Wajda, il quale si cimenta, a questo riguardo, in una narrazione quasi didascalica e, certamente, parziale. Perché la storia di Solidarno?? e della “primavera” polacca viene vista con gli occhi del suo artefice; occhi rivolti, anzitutto, nei confronti dei propri cari colleghi/”compagni”; nonché i propri compatrioti e, non ultimi, i propri cari. Tutto, comunque, ruota attorno ad un’icona fatta uomo, in carne ed ossa; sanguigno, a volte indeciso, ma desideroso di fare la cosa giusta.
Un uomo ed una Polonia stretta nella morsa del bisogno; quello di un lavoro che consenta di campare dignitosamente e quello di vedersi riconosciuti i diritti fondamentali (che poi, a conti, fatti, sono la stessa cosa atteso che la negazione dei secondi taglia le gambe alla speranza per il primo).
E guardare il fluire fibrillante della storia con gli occhi di chi ha contribuito a scriverla significa, per Wajda, adottare il punto di vista della strada; quello di chi sa che la storia la si costruisce passo dopo passo, prestando orecchio ad i frastuoni della radio che amplificano rabbia e disagio, a quelli delle mogli che trattengono a stento la frustrazione per un’intimità rubata e a quelli dei cingolati che straziano implacabilmente ogni rigurgito di dissenso.
È, dunque, un’occasione (quella di gustarsi questo film) che (almeno) i giovani di oggi - che sanno poco o nulla delle dolorose marce per la libertà che molti (altri) popoli europei, alla soglia del III millennio, hanno intrapreso - non dovrebbero lasciarsi sfuggire.
https://www.youtube.com/watch?v=uVMMz_0Lnns
Tanto più che il film intervalla frammenti di vita quotidiana e di quotidiana prevaricazione con una colonna sonora accesa e vitale, che arieggia alla perfezione l’irrequieto anelito antisistema che, da che mondo è mondo, ogni gioventù ha sempre incarnato.
Walesa. L’uomo della speranza non è un film perfetto, ma è (molto semplicemente) da vedere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta