Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film
Diretto da Andrzej Waida, regista di riferimento del cinema polacco – ancor prima di Krzysztof Zanussi e Krzysztof Kie?lowski – e autore di lungometraggi come “L’uomo di marmo” (1977) e “L’uomo di ferro” (1981) che si facevano portavoce dei fermenti di una nazione giunta al punto di non ritorno, “Lech Walesa- L’uomo della speranza” è un biopic che non ha l’ambizione di riscrivere la Storia ma di raccontarla a chi, all’epoca dei fatti, non era ancora nato. In questo senso si spiega l’utilizzo di un escamotage tanto scontato – il film è costruito sull’intervista rilasciata da Walesa a Oriana Fallaci, interpretata da un ottima Maria Rosaria Omaggio – quanto efficace nel rileggere i fatti a posteriori, e da una prospettiva che consente al regista di sottolineare – mediante i commenti dei due interlocutori – i passaggi più salienti di quel resoconto. Come pure il fatto di attualizzare il personaggio, accompagnandolo con una pulp musicale che fa di Walesa un (rock)star per tutte le stagioni: ora appassionata e fuori dagli schemi quando si tratta di mettere in scena la rivoluzione (parliamo della “solidarietà” d’intenti che da lì in poi accomunerà le organizzazioni sindacali sparse sul territorio), ora divertente e persino scanzonata, quando è chiamata a conciliare le responsabilità famigliari con le conseguenze dell’attività sindacale; come testimonia la sequenza in cui seguiamo le vicissitudini del protagonista impegnato a fare il mammo all’interno della cella dov’è detenuto insieme al figlioletto, oppure nel modo con cui Wajda sottolinea la tendenza del personaggio a non farsi distrarre dagli attestati di stima che gli giungono da una parte all’altra del mondo. Accattivante e di facile fruizione, il film offre un ritratto edulcorato dell’establishment locale (manca ad esempio il riferimento all’omicidio di padre Popieluzsko, figura di spicco della chiesa polacca, e fermo oppositore del regime), ritratto in maniera kafkiana e finanche empatica nei confronti della loro vittima. A restare è soprattutto un modello di integrità politica e morale che non trova corrispettivi nella contemporaneità del tempo presente.
(dreamingcinema.it)
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