Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 2013 - FUORI CONCORSO
L'irresistibile quanto incredibile ascesa di un uomo qualunque, un operaio oberato di debiti e difficoltà a mantenere la propria numerosa famiglia, che con la propria ostinazione e rettitudine indusse un paese soggiogato come la Polonia a trovare le basi per una indipendenza che trae le sue origini dai movimenti operai e dal suo sindacato Solidarnosc, sono rivissuti dal grande regista polacco Andrzej Wajda come tanti flashback innescati dalla energica e dinamica intervista che la celebre giornalista Oriana Fallaci decise di organizzare con un Walesa appena salito agli onori della cronaca, salito sul palco tra i potenti della terra dal nulla: dalla fabbrica alla scacchiera che decide le sorti del mondo intero, piegando l'Urss e contribuendo a ridisegnare, dagli anni '80 per oltre un decennio, un nuovo volto all'Europa e al mondo intero. Seguendo un andamento solido ma un po' didascalico e televisivo a cui ci hanno abituato le pur valide ultime opere del mestro polacco (ricordo Katyn di pochi anni orsono), Walesa man of hope è un solido "sceneggiato" che si avvale dell'interpretazione convincente e camaleontica di un Robert Wieckievicz, ma soprattutto della nostra Maria Rosaria Omaggio, peraltro non nuova a recitare testi della celebre giornalista a lei così somigliante: Il suo atteggiamento fiero e orgoglioso ci restituisce il carattere forte e brillante di una grande giornalista che seppe approcciarsi in modo unico insolito, arguto e mai succube con i più grandi e determinanti personaggi dell'ultima metà del Novecento in occasione delle sue "interviste con il potere". "Solo io potevo fare questo film", ammette con orgoglio, ma anche con realismo, questo vegliardo e grande uomo di cinema. E molto probabilmente ha davvero ragione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta