Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
Vincitore di una Palma d'oro a Cannes e candidato all'Oscar per il miglior film straniero, "Papà è in viaggio d'affari" è l'opera che fece conoscere Kusturica nel mondo. Secondo me non ha niente da invidiare ad Underground: pur essendo un film più "all'antica" come stile, è diretto con la stessa maestria e la consueta bravura nel mescolare toni da commedia e drammatici, che, in mano ad altri registi meno dotati, potrebbero stridere fra di loro. Un "Amarcord" jugoslavo che offre una lettura assai lucida di un periodo critico della storia di quel paese, attraverso la visione ingenua e sognante di un bambino di otto anni, ben interpretato da Moreno De Bartolli (da segnalare anche, nei ruoli dei genitori, le ottime interpretazioni di Miki Manojlovic, attore prediletto dal regista, e la straordinaria Mirjana Karanovic). Importante presenza del mezzo radiofonico, un pò come in "Una giornata particolare" di Scola; il quadro ambientale è assai colorito e molte sono le sequenze memorabili, fra cui le passeggiate da nottambulo di Malik, la scena del ricongiungimento col padre, l'innamoramento di Malik per una bambina che morirà in tenera età e il matrimonio che chiude la pellicola. Film corale dai molti personaggi che rivela un'insolita maturità nella scrittura e un gusto per atmosfere poetico-surreali che si farà ancor più esplicito nelle opere successive. Kusturica ha il dono di operare una sintesi audiovisiva in cui il dato realistico é abbastanza concreto per una rievocazione disincantata della mediocrità dello Stalinismo, ma non manca neanche qui l'accensione visionaria che tanti applausi strappera' alle platee europee degli anni Novanta. Vivamente consigliato a chi volesse scoprire l'opera del cineasta balcanico.
Voto 9/10
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